Cassonetti rubati, il pm apre un fascicolo: appalti nel mirino
Un’informativa in Procura sulla sparizione di centinaia di cassonetti della spazzatura. Mossa per molti versi obbligatoria, nel corso dell’ultimo filone d’indagine sulla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Vicenda raccontata dal Mattino, indagano i carabinieri del comando provinciale di Napoli, guidati dal colonnello Mario Cinque. Si parte da un dato di fatto: dal boom di denunce per la scomparsa di cassonetti della spazzatura in alcune zone di periferia. Pianura, Soccavo, Fuorigrotta, ma anche Poggioreale e fette di Napoli est. Cosa succede a Napoli? Accade che qualcuno si diverte a far sparire i cassonetti della raccolta, ad incendiarli o a rimuoverli nottetempo. Con quale obiettivo? Ci sono alcuni sospetti da approfondire, stando agli interventi condotti finora dalla compagnia dei carabinieri di rione Traiano, agli ordini del capitano Federico Scarabello: qualcuno potrebbe avere interesse a vendere nuovi cassonetti alla Asìa o a entrare in rapporti di subappalto con l’azienda municipalizzata. In che modo? Chiaro l’impianto dell’accusa: spariti i cassonetti, si muovono i bobcat, i «gatti della spazzatura», in grado di spalare immondizia in accumulo sul marciapiede. Inchiesta conoscitiva, è bene chiarirlo, in uno scenario in cui l’Asìa va considerata come parte offesa di atti vandalici o di una regìa organizzata. Vicenda che procede per step: primo passo, la raccolta delle denunce inoltrate negli ultimi mesi sull’intero territorio napoletano; poi l’analisi dei contratti, dei rapporti che in questi mesi si sono instaurati con ditte private in grado di sopperire alle esigenze del pubblico. Non è difficile immaginare le prossime mosse degli inquirenti: probabile che vengano ascoltati funzionari pubblici e manager della Asìa, anche per mettere a fuoco un fenomeno ancora tutto da esplorare. Sfondo delicato, come sempre accade in materia di rifiuti, in un probabile incrocio tra teppismo di strada e regìe organizzate. L’ipotesi battuta dagli inquirenti ha un impatto decisiamente suggestivo: qualcuno ha interesse a creare caos, a tenere in vita una sorta di emergenza a freddo. Con quale obiettivo? Quello di accedere al movimento di denaro che sta alla base della filiera che consente la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Creare disservizi (ovviamente circoscritti se paragonati con i giorni dell’emergenza del 2008), per poter ricavare benefit. Scenario tutto da definire, che potrebbe ora interessare anche la Procura di Napoli: probabile infatti che una informativa venga spedita nei prossimi giorni in Procura. Due gli uffici potenzialmente interessati al caso cassonetti: quello della Dda di Napoli, alla luce delle indagini finora svolte dal pm anticamorra Antonello Ardituro su Pianura e Chiaiano; e il pool mani pulite, coordinato dall’aggiunto Francesco Greco, che ha svolto diversi approfondimenti in materia di rifiuti e malaffare. Si muove anche la politica. Interviene il consigliere comunale Emilio Di Marzio: «Ho inteso chiedere con interrogazione a risposta scritta all’azienda Asia, deputata alla raccolta dei rifiuti nel territorio cittadino, quali siano le imprese a cui nelle singole Municipalità si affida la raccolta da terra attraverso Bobcat o da cui si prendano a nolo Bobcat per la raccolta da terra; ma anche quale sia il servizio da queste prestato mensilmente e a che titolo giuridico. Nell’interrogazione - aggiunge Di Marzio - chiedo anche quale sia il volume economico di uscita per l’azienda a vantaggio di tali imprese. Ho inoltre chiesto all’Asia quale siano le imprese cui è affidata la sostituzione dei cassonetti e per quale volume economico medio annuo».