Dalla frana riemerge anche la strada
Due ipotesi per la Statale 90: spostamento o tunnel protettivi
Montaguto. Riappare la bretella sulla Statale 90 delle Puglie. Anche questo è un piccolo miracolo, dopo il ripristino della linea ferroviaria che vedrà transitare nuovamene treni merci e passeggeri a partire da lunedì prossimo. La strada sommersa dalla frana e chiusa al traffico il 21 gennaio scorso è, infatti, già parzialmente liberata. Qualche mezzo dell'Esercito è perfino riuscito a passare dal versante di Savignano-Greci a quello di Montaguto. L'impegno assunto in occasione dell'ultimo sopralluogo nell'area della frana dal capo della protezione civile Bertolaso per ripristinare il traffico veicolare tra Ariano e Foggia entro la fine di giugno, può essere effettivamente mantenuto. Certo, si tratta di rimuovere ancora decine di migliaia di metri cubi di terreno e di continuare nell'operazione di terrazzamento della frana; ma se non ci saranno piogge abbondanti nei prossimi giorni, sicuramente si potrà arrivare a questo importante traguardo. La riapertura della ferrovia è stata sollecitata soprattutto dai viaggiatori pugliesi diretti a Roma; la strada, invece, interessa da vicino i residenti, gli operatori economici, i pendolari e quanti utilizzano le strutture sanitarie di Foggia e San Giovanni Rotondo. Ci sono , inoltre, attività presso Savignano Scalo e lungo la Statale 90 delle Puglie che vanno avanti proprio grazie al flusso automobilistico: panifici, caseifici, esercizi commerciali di prodotti tipici, mobilifici, ristoratori. È evidente, però, che non basta in questo momento liberare la bretella dalla frana. Nel vertice tecnico svoltosi con Bertolaso al campo base, al quale hanno assistito anche i giornalisti, sono emersi importanti elementi. Innanzitutto la frana non si è affatto fermata. Continua a scendere, anche se più lentamente. Grazie al prosciugamento del lago principale e del «lago delle rane» e alla captazione di diverse sorgenti, sono stati ridotti i fattori di accelerazione del movimento franoso. Anche per questo si continua a incanalare le acque, a procedere nel drenaggio orizzontale e verticale e a terrazzare il terreno. La frana, insomma, a questo punto si può governare meglio. Non a caso si stanno realizzando dei pozzi, mentre si pensa a dei diaframmi in cemento armato per ridurre al pressione del terreno sul piede della frana. La Statale 90 sottostante, in altri termini, è sempre a rischio. Di qui l'indicazione di due opzioni illustrate dai tecnici dell'Università di Firenze all'Anas e a Ferrovie dello Stato: si può immaginare, infatti, un nuovo tracciato di strada e ferrovia al di là del fiume Cervaro o la creazione di due tunnel protettivi al di sopra della strada e della ferrovia. In questo ultimo caso la frana potrebbe anche avanzare, ma senza creare interruzioni alla circolazione automobilistica e ferroviaria. Cosa si farà in concreto ? I tecnici hanno bisogno ancora di altri dati e di altre verifiche (anche con radar) per indicare una soluzione. Ma non solo. Finora si è parlato di risorse da attingere dai fondi Fas della Regione Campania per l'emergenza. Ma per rifare la strada ed il tracciato ferroviario chi sborserà le risorse? Ci sono, insomma, ancora troppe cose da definire. Ma soprattutto manca ancora un progetto condiviso.