Affare bobcat, il miracoloso appalto del «gatto» spazzacrisi
È il «gatto dei rifiuti», una sorta di pala meccanica a motore, capace di agire lì dove si formano cumuli, agglomerati, montagnelle di spazzatura. «Bobcat», il miracolo spazzacrisi. Interventi sempre decisivi, mirati, provvidenziali. Negli ultimi mesi hanno fatto gli straordinari, visto il crescendo di denunce che riguardano la scomparsa di contenitori. Sempre più decisivo l’innesto del gatto meccanico. Provvidenziale. Tanto che, quando spariscono i cassonetti dei rifiuti, i tradizionali mezzi dell’Asia possono fare ben poco. Non possono gettare tutto nel camion della raccolta, perché non c’è una leva d’appoggio. E allora scattano i bobcat. Ce ne sono a disposizione in Asìa, anche se all’occorrenza si fa ricorso a ditte specializzate nel ramo, capaci di assicurare un servizio aggiuntivo. Emergenza vorace, che non sopporta ritardi. Soldi, contratti, appalti, quando c’è di mezzo la rinascita di un’area metropolitana rimasta troppo a lungo seppellita da cataste di rifiuti. Accade in periferia, in piena area occidentale soprattutto. Bobcat in azione soprattutto di notte, quando occorre rimuovere la spazzatura lasciata in strada, dopo la scomparsa dei cassonetti. Viaggio nella terra dei fuochi, anche se in questa stagione - anno 2010 - le denunce di incendio sono molto di meno rispetto a quanto avveniva due anni e mezzo fa. Allora, gli incendi erano provocati dalla disperazione e dall’esigenza (miope) di cancellare con la benzina quintali di spazzatura accumulata sui marciapiedi. Oggi, invece, gli incendi a volte non vengono neppure denunciati. Sono meno vistosi, meno appariscenti di un tempo: se due anni fa bruciavano perché le fiamme erano appiccate alla spazzatura, oggi sono i cassonetti il target dei piromani. Incendi minimal: spesso neppure denunciati, al punto tale da non rendere necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Stranezze nella terra dei fuochi. Non solo incendi, però, perché nella strisciante emergenza a freddo degli ultimi mesi, la sparizione dei cassonetti avviene anche attraverso metodi meno appariscenti: vengono spostati, rimossi con furgoncini, vandalizzati, resi inservibili. È accaduto negli ultimi mesi a Pianura (tra via Padula e via Provinciale), ma anche a Soccavo in via Scherillo, in via Montevergine e via Antonino Pio. Vandalismo o sabotaggi, anche a pochi passi dal parco Falcone e Borsellino (prossima la riapertura), in uno scenario che ha attirato l’attenzione dei carabinieri.