Cassonetti spariti dalle strade, scatta l'inchiesta
Spariti, come sciolti al sole, volatilizzati. O comunque ingoiati nel nulla, come se non fossero mai esistiti. Strano caso nella città sempre a rischio emergenza rifiuti. Strano caso che ha messo in moto denunce, indagini, accertamenti incrociati. Detto in sintesi, la storia è questa: da qualche mese a Napoli è scoppiata la caccia ai cassonetti della spazzatura: vanno a ruba, per dirla con una battuta, tanto che spariscono dai marciapiedi. Cassonetti desaparecidos. Trend in crescita, l’allarme parte dalla periferia. E se ne sono accorti soprattutto nei quartieri dell’area occidentale, dove si sono moltiplicate negli ultimi mesi denunce di scomparsa dei contenitori per la raccolta dei rifiuti. Stando alle prime battute investigative, c’è qualcuno che ha interesse a far sparire i cassonetti della spazzatura, a provocare nuovi accumuli all’angolo della strada. Che succede a Napoli ovest? È quanto stanno accertando i carabinieri della compagnia del Rione Traiano, mai come in questo caso decisi a venire a capo di quello che si presenta come l’ultimo giallo napoletano. Un caso che, neanche a dirlo, ha in Pianura lo snodo cruciale. Non un quartiere a caso, ma uno spaccato metropolitano diventato famoso per la mobilitazione popolare contro l’apertura della discarica cittadina, poi sfociata in momenti di feroce guerriglia urbana, tra risentimento popolare, interessi criminali e imprenditoriali. Non solo Pianura, però, a studiare le mosse degli inquirenti. C’è tanta periferia nell’inchiesta avviata nelle ultime settimane dai carabinieri del capitano Federico Scarabello, che stanno raccogliendo le denunce inoltrate negli ultimi mesi dalla Asìa ai vari uffici territoriali. Qualche numero prima di tutto: settanta scomparse denunciate lo scorso gennaio a Fuorigrotta, ottanta cassonetti spariti nello stesso periodo all’altro capo della città, tra via Brin e Gianturco. Poi un boom di denunce negli ultimi tre mesi, che torna a incidere nella periferia occidentale di Napoli: tra Pianura e Soccavo, si arriva a duecento denunce tra febbraio, marzo e aprile. Una ogni due giorni, in sintesi. Un fenomeno a macchia di leopardo - quasi sfuggente - su cui cittadini e Asìa chiedono chiarezza: che succede all’improvviso sui marciapiedi napoletani? Chi ha interesse a far sparire cassonetti della spazzatura? Pochi i casi di incendio, possibili rimozioni improvvise grazie a blitz mirati. Semplice vandalismo? Possibile, altro che. Anche se la strada battuta dai carabinieri è un’altra. E ha un profilo più alto, una gittata più ampia: qualcuno potrebbe avere interesse a creare intoppi nella filiera cittadina della raccolta dei rifiuti, a colpire cioé sul nascere gli sforzi di amministratori e tecnici impegnati nel ciclo di smaltimento dei rifiuti. Qui, è bene chiarirlo subito, l’Asia è parte lesa, soggetto al centro di una probabile regìa organizzata. Due le possibili fonti di guadagno: c’è chi prova a lucrare sulla commercializzazione di nuovi cassonetti della spazzatura o sulle raccolte d’emergenza della spazzatura che si accumula in strada quando vengono a mancare i cassonetti. Subappalti nel mirino degli inquirenti. Già, perché lo scenario su questo punto è abbastanza facile da spiegare: rimossi i contenitori della spazzatura, bisogna intervenire con mezzi speciali per effettuare raccolte chiururgiche e impreviste. Detto in soldoni, l’ipotesi è chiara: c’è chi ha interesse a creare emergenza a freddo. Emergenza indotta, limitata, buona a veicolare guadagni assicurati. Nulla di paragonabile a quanto accadde due anni fa, quando una morsa di rifiuti cinse d’assedio il centro cittadino - scene che hanno fatto il giro del mondo -, ma scenari che suscitano comunque allarme. Si parte dalla raccolta delle denunce, dall’analisi del dato, con una domanda su tutte: chi ha interesse a far sparire i cassonetti della spazzatura?