Montaguto, dopo tre mesi ecco il primo Eurostar

Ripristinata la linea ferroviaria, In sindaci: ora necessario riaprire la strada per la Puglia
8 giugno 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

L’Eurostar 9350 proveniente da Lecce e diretto a Roma è transitato a Montaguto alle ore 9,16, con circa mezz’ora di ritardo, ampiamente previsto. Il primo treno passeggeri, attivato dopo 88 giorni di interruzione del servizio per i lavori alla rete ferroviaria invasa dalla notte dell’11 marzo scorso dal terreno argilloso che aveva già divorato un mese prima la Statale 90 delle Puglie e la bretella, è stato salutato dagli applausi dai sindaci della Valle del Cervaro e della Capitanata, dei tecnici della Protezione civile e delle Ferrovie dello Stato, dai militari dell’undicesimo Genio guastatori di Foggia, dalle maestranze e naturalmente da tanti residenti. C’era finanche un cartello realizzato dal «Comitato dei danneggiati», contornato da una striscia tricolore, con una scritta significativa: «La volontà supera ogni catastrofe». Voleva essere un attestato e un ringraziamento al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che solo all’ultimo momento ha deciso di rinviare il sopralluogo a Montaguto e festeggiare l’atteso evento. Ma c’è ancora tanto da fare per consentire concretamente i collegamenti automobilistici e gli scambi commerciali tra l’Arianese e il Foggiano. In realtà, anche le Ferrovie dovranno impegnarsi in altri lavori. Non a caso in un comunicato l’azienda ha precisato che una coppia di treni regionali(R 8119 e R 8224) continua a essere gestita con i servizi sostitutivi e che per le altre 14 coppie di treni a lungo percorso e merci sono possibili ritardi dai 10 ai 20 minuti. Solo dopo domenica 13, probabilmente con l’introduzione dell’orario estivo, si immagina di eliminare tutti gli inconvenienti lamentati. D’altra parte l’ingegnere Antonio Consalvi, che soprintende ai lavori delle Ferrovie a Montaguto, è fin troppo chiaro. «Cominciamo a respirare – spiega - ma non abbiamo ancora completato i lavori. Qui deve poter tornare a crescere il grano. Grazie a un gioco di squadra è stato possibile rispettare gli impegni assunti». È questa anche la tesi dell’ingegnere Angelo Pepe che rassicuragli scettici sul sistema adottato per imbrigliare le acque della frana. «Anche il laghetto delle rane – spiega – grazie al contributo degli operai forestali della Comunità Montana, è ormai sotto controllo. Questo ci consente di dedicare maggiore attenzione ai lavori per il ripristino della bretella e per definire meglio il progetto di messa in sicurezza dell’area interessata alla frana. Abbiamo, tra l’altro, invitato il Prefetto di Avellino a organizzare una conferenza dei servizi per poter dialogare meglio con tutti i soggetti interessati all’opera definitiva e alla ripresa economica del territorio». Anche perché di qui a poco potrebbe venir meno l’apporto dei militari. Gli amministratori della valle del Cervaro non smettono di sottolineare che agli impegni mantenuti per le Ferrovie devono seguire anche quelli per la strada statale 90. Precisa il primo cittadino di Montaguto, Giuseppe Andreano: «Per noi i collegamenti con Foggia e Ariano sono essenziali. Riconosciamo che la svolta impressa da Bertolaso è stata fondamentale». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Savignano, Oreste Ciasullo che coglie l’occasione per ringraziare gli operai forestali della Comunità Montana e il sindaco di Greci, Bartolomeo Zoccano, che invita i sindaci del Foggiamo a stringere un’alleanza per il futuro. Entusiasmo anche tra gli operatori economici del territorio. Domani alcuni di loro capeggiati da Antonio Maglione, Nino Gallo e Luigi Torino saranno ricevuti a Roma da Bertolaso. In discussione ci sono i provvedimenti per risarcire coloro che sono stati finora danneggiati dalla frana. Nel coro dei consensi entusiastici non intende inserirsi Antonio Membrino, l’ambientalista che ha documentato l’evoluzione della frana da quattro anni: «Siamo arrivati a tanto solo dopo tante denunce. Resto comunque scettico sui lavori al piede della frana. Si sta facendo né più e né meno quello che si è fatto per quattro anni. Temo che di qui a qualche mese si continuerà a parlare con preoccupazione di questa frana»

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