Caos rifiuti, allarme di Cennami
A Mondragone, l'estate 2010 potrebbe passare alla storia. Purtroppo, in negativo. A pochi giorni dall'avvio della stagione estiva, si profila il rischio emergenza rifiuti. Ieri mattina, l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Achille Cennami, ha ufficialmente avanzato l'ipotesi, alla prefettura di Caserta, di avviare una procedura negoziata per affidare il servizio di gestione rifiuti ad una società esterna oppure provvedere ad un'ordinanza sindacale. La richiesta nasce dalla necessità di trovare una soluzione ai disagi provocati dal Consorzio unico di Napoli e Caserta. «Mondragone non può permettersi, in questo periodo, una crisi sui rifiuti della quale non ha nessuna colpa», dice Mario Fusco, assessore comunale alle politiche ambientali. «Abbiamo provveduto al pagamento di gran parte di quanto dovuto al Consorzio, - rincara - considerando le gravi difficoltà di cassa che tutti gli enti locali stanno vivendo, a differenza di altri comuni totalmente inadempienti». Nelle ultime settimane, in città, la raccolta giornaliera della «porta a porta» è diventata un sogno. Da giorni, oramai, ci sono zone intere della città litoranea invase completamente da cumuli di immondizia. Dalla Domiziana, nel tratto della Fiumarella e in quello di Levagnole, alla periferia con Sessa Aurunca, fino ad arrivare a Pescopagano: la situazione è davvero allarmante. Ed è così che, l'assessore Fusco, pronto anche ad un'azione di forza, ha deciso di avviare una richiesta specifica alla prefettura spiegando, in una nota, i motivi che spingerebbero l'esecutivo, sottoforma di procedura speciale, a ripubblicare il bando di gara, per l'affidamento del servizio di raccolta rifiuti (che tecnicamente non può essere diffuso, in quanto dal 1 gennaio 2010, dovrebbe essere gestito dalle società provinciali). «Secondo la normativa vigente, - prosegue l'assessore in quota Idv - il servizio dovrebbe essere assicurato dalle costituite società provinciali. Ci troviamo, quindi, a doverci affidare per il servizio ad un consorzio, a sua volta formalmente posto in liquidazione. Una via di uscita era data dallo svolgimento di una gara pubblica, che l'ente locale ha regolarmente svolto, ma la stessa è andata deserta perché ci è stato impedito dagli enti superiori di inserire nel bando di gara il numero dei dipendenti, e il loro livello, oggetto di passaggio di cantiere. In tali condizioni, - conclude - nessuna società ha potuto presentare una offerta concreta, pur rimanendo interessate alla gara stessa».