Quei tre mesi di emergenza che hanno spaccato un Paese

Il blocco la sera del 10 marzo, ma lo smottamento era segnalato almeno da quattro anni
2 giugno 2010 - Maria Elena Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Dalla sera del 10 marzo, da quando la Ferrovie dello Stato hanno dovuto prendere atto che anche i binari erano invasi in dalla frana e che pertanto bisognava sospendere subito i collegamenti sulla importante tratta Roma-Lecce, è veramente esploso il caso Montaguto. Per quattro anni, nonostante l’interruzione più volte del transito veicolare sulla strada statale, la vicenda non aveva riguardato mai le prime pagine dei giornali o i telegiornali nazionali. Non si contano, pertanto, da quella sera gli interventi e le prese di posizione di esperti, politici, amministratori locali e ambientalisti. Montaguto è diventato il luogo della protesta, ma anche il luogo di sperimentazioni di tecniche d’avanguardia per il monitoraggio e la messa in sicurezza delle frane. A intervenire per prima sono state le amministrazioni comunali di Montaguto, Savignano e Greci, invocando lo stato di calamità. Anche il commissario per l’emergenza frana, Mario De Biase, ha invocato maggiori poteri, non riuscendo a reperire suoli per stoccare il terreno o per poter disporre dell’esercito. Sul posto, tra i politici, ad arrivare per primo il 14 aprile, è stato l’euro parlamentare Tararella. Due giorni dopo dalla Puglia con ben cinque pullman parlamentari, sindaci, consiglieri regionali e presidenti delle province pugliesi per sollecitare il governo a dichiarare lo stato di emergenza. Provvedimento che è arrivato nel primo pomeriggio dello stesso giorno, dopo il consiglio dei ministri. È la volta, quindi, il 18 aprile del governatore della Puglia, Nichi Vendola, che riconoscendo la gravità della situazione, invitò la regione Campania a impegnarsi per aiutare le popolazioni a uscire dall’attuale isolamento. Il giorno dopo è arrivato a Montaguto anche il capo della protezione civile Guido Bertolaso, che dichiarando di aver assunto il coordinamento dei lavori per la ferrovia, la strada statale e la messa in sicurezza della frana, ha impresso la svolta decisiva alla vicenda. Bertolaso tornerà ancora altre volte a Montaguto: il 21 aprile, il 24 aprile, il 10, il 17 e il 27 maggio e ieri per una verifica definitiva. Sul luogo della frana arriveranno i geologi della Campania, per lamentare ritardi e pessima strategia nell’affrontare il fenomeno franoso. Arriva pure un’apparecchiatura avveniristica: l’interferometro, un radar capace di tenere sotto controllo la frana secondo per secondo. È proprio l’interferometro a far sapere che la frana si muove di due metri al giorno e che continua a muoversi anche adesso. Ma fa meno paura. Sui binari non c’è più terra: Le acque sono incanalate. I laghi prosciugati. È stato fatto un buon lavoro. Buon viaggio per chi prende il treno.

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