Scontro aperto sull'Asa, allarme dei sindacati

L'amministratore Chiusolo attacca Palerno. Caso (Uil): le polemiche distruggono l'azienda
2 giugno 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino

Una società nella bufera. L’Asa è nell’occhio del ciclone, immersa in uno scontro tra soci che non concede tregua. L’attività dell’azienda è quasi passata in secondo piano, sopravanzata da polemiche e reazioni che rischiano di provocare un’empasse gestionale. Per questo, il sindacato interviene per chiedere di «porre fine a questo conflitto». «È indispensabile - evidenzia il responsabile del settore Ambiente della Uil, Michele Caso - trovare un’intesa, tassello fondamentale per definire l’affidamento delle attività a ”IrpiniAmbiente” e consentire l’avvio della gestione della società provinciale». Ma il clima non volge al sereno. Le polemiche sull’assemblea degli azionisti - presieduta dall’amministratore delegato Sheila Chiusolo e dichiarata invalida per irregolarità nella convocazione - non si placano. La stessa Chiusolo interviene per difendere il proprio operato e rispedire al mittente le critiche del presidente del collegio liquidatore Walter Palermo. «A riprova della mia posizione di responsabilità ed equilibrio - spiega - non ho avuto nessun atteggiamento pregiudiziale a che fossero i soci a valutare la validità o meno della costituzione dell’assemblea. Dal momento che le eccezioni e le contestazioni del socio privato erano fondate, e che ogni tentativo di mediazione è stato respinto dal presidente del soggetto liquidatore, non ho potuto far altro che interrompere i lavori assembleari». La Chiusolo non manca un riferimento al consiglio: «Nonostante il collegio sindacale si sia espresso per il perdurare in carica dell’organo amministrativo, Palermo insiste nel ritenerlo decaduto. Ciò ha una finalità strumentale: sostenere l’assunto secondo cui sarei responsabile dell’impossibilità di assicurare alla società una guida stabile e legittima». «Sul bilancio - precisa - pesano in maniera negativa e determinante problemi a conoscenza del soggetto liquidatore ma non ancora risolti: l’enorme accumulo di giornate di ferie non godute, i costi crescenti delle prestazioni straordinarie». Chiusolo fa riferimento al credito di circa 6milioni di euro vantato dall’Asa - che «ha portato l’azienda al collasso finanziario» - per lanciare una nuova stoccata nei confronti del presidente soggetto liquidatore. «Si limita ad accreditare - continua - il solo importo necessario al pagamento delle retribuzioni, nonostante i comuni paghino, anche con regolarità, il Cosmari. Non si comprende l’obiettivo che va perseguendo. Inoltre, siamo ancora in attesa che riesca nell’impresa di mettere a disposizione dell’Asa i 30 cosmarini che costituirebbero una risposta concreta al problema del sottorganico». Accuse che non mancheranno di provocare altre polemiche e reazioni, nonostante un invito al dialogo: «È tempo di affrontare i problemi reali, andando oltre la conflittualità tra i soci». Interessati a superare la situazione di stallo e difficoltà anche i sindacati che non mancano di sollecitare una riflessione sulla posizione del privato. «L’attuale situazione sta comportando disagi esclusivamente all’immagine dell’Asa e di ”IrpiniAmbiente”, senza intaccare la posizione del privato. - aggiunge Caso - È lecito chiedersi perché, in una situazione di così grossa difficoltà, con il bilancio che fa segnare un passivo non da poco, il partner privato faccia tutta questa resistenza per la cessione delle quote: a perdere, evidentemente, è solo la parte pubblica. Anche la sua assunzione nella pianta organica non rappresenta una bella pagina per l’Asa, una società che assume se stessa».

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