Casal di Principe e Mondragone «Dal consorzio solo inefficienza»

Fusco: "sono stati ritirati i mezzi per la raccolta e la situazione è al limite"
2 giugno 2010 - Tina Cioffo, Gabriella Cuoco
Fonte: Il Mattino Caserta

Emergenza rifiuti, le inefficienze del Consorzio unico di bacino, che raggruppa 69 comuni della provincia di Caserta e nove della provincia di Napoli, sono sotto gli occhi di tutti. A Mondragone, ci sono zone intere invase da cumuli di immondizia: dalla Domiziana, nel tratto della Fiumarella e in quello di Levagnole alla periferia con Sessa Aurunca, fino ad arrivare a Pescopagano. Ma non solo. Anche nel centro ed in particolare nelle zone interne al viale Margherita. «Purtroppo - spiega l'assessore comunale alle politiche ambientali, Mario Fusco - il Consorzio unico ha ritirato i mezzi per la raccolta. La scorsa settimana ho chiesto un incontro urgente con il prefetto di Caserta, ma sto ancora aspettando la convocazione. Abbiamo sete di chiarezza». A Casal di Principe la situazione è ancora più paradossale. E per la serie la storia continua, visto che il 31 dicembre scorso il consiglio comunale è stato sciolto e che l'ex sindaco Cipriano Cristiano è stato rimosso dall'incarico «per gravi e reiterate inadempienze nella gestione dei rifiuti», in strada restano accumulati, da 15 giorni di inadeguato servizio di nettezza urbana, più 7 tonnellate di rifiuti. Una situazione che l'attuale primo cittadino Pasquale Martinelli, eletto il 18 e 19 aprile, definisce di «emergenza socio sanitaria oltre che di ordine pubblico». E afferma: «dopo tutto quello che accaduto e dopo l'ordinanza sindacale (del 24 maggio) nella quale si chiedeva al consorzio unico di bacino, il rispetto delle norme contrattuale, ci ritroviamo un'altra volta senza vie d'uscita. Ci mancano i mezzi e pure il personale». Nel casalese sarebbero necessari cinque camion, due navette, una spazzatrice e 28 operatori ecologici, questi almeno gli accordi che erano stati presi in Prefettura il 3 novembre del 2009. Il bilancio è invece completamente diverso: due camion ed appena 11 addetti. Il consorzio, secondo quanto dichiarato da Gianfranco Tortorano, commissario liquidatore per consentire il passaggio alle due società provinciali, la Gisec (Caserta) e Sap Na (Napoli), non sarebbe in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti degli stir e dei siti di stoccaggio e le ditte private che garantivano gli auto compattatori per la raccolta quotidiana dei rifiuti, hanno ritirato i loro mezzi e tutto funziona a scartamento ridotto. Dei 1287 dipendenti in organico, poi, ad essere coinvolti nel ciclo operativo sarebbero solo in 850. La disorganizzazione sarebbe frutto, così come ha denunciato il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella, «da situazioni di diffusa illegalità e da nomine dirigenziali espressioni politiche e una fortissima tensione interna».

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