«Sprechi, errori e impreparazione l’emergenza non è ancora finita»
"Ci saranno nuovi conflitti"
«Temo che la legislazione emergenziale non sia ultimata e che il lavoro che aspetta la Regione Campania e gli Enti locali della regione sia enormemente complicato per un ritorno alla normalità per cui nessuno si è preparato e che non sarà possibile conseguire senza nuovi conflitti, dispendio di energie e gigantesche quantità di denaro pubblico», è la conclusione di «Rifiuti, una questione non risolta» (edizione XL), il libro scritto a quattro mani da Daniele Fortini, amministratore dell'Asia e presidente di Federambiente (La federazione delle imprese di igiene ambientale) e della ricercatrice e giornalista Gabriella Corona. Una previsione non da poco visto che Fortini è uno degli attori più importanti sulla scena del dramma rifiuti. Ma sono tanti i ragionamenti controcorrente proposti dalle pagine del libro e destinati ad alimentare prevedibili polemiche. Primo tra tutti quello sulla raccolta differenziata. Fortini parte dai numeri e scrive: «A Napoli, nel 2009, si sono raccolte in modo differenziato 106.000 tonnellate di rifiuti (il 19 per cento del totale prodotto, un risultato eccezionale se comparato con l'11 per cento del 2007). Il costo della raccolta differenziata di 140.000 abitanti serviti con il porta a porta e il resto della popolazione dal servizio stradale, è stato di 40 milioni di euro». A questa cifra vanno sottratti il contributo Conai, il risparmio per il mancato conferimento in discarica, il contributo governativo, ma il costo resta di 36 milioni all'anno che pesano fortemente sulle casse pubbliche e che, lo sottolinea l'autore, impediscono investimenti sostanziosi sulla raccolta e sullo spazzamento che pure sono quelli che più contano nel giudizio del cittadino. Per non contare il fatto che i costi del ciclo ricadono sulla Tarsu e quindi sulle tasche dei cittadini. Perciò l'amministratore delegato dell'Asia conclude: «Dovremmo allora calibrare la disponibilità di risorse economiche e la sopportabilità sociale della tassazione con la massima capacità di intercettazione dei rifiuti da destinare al riciclaggio attraverso la diffusione del porta a porta». Un giudizio non da poco visto che proprio sul porta a porta l'azienda punta per raggiungere quel 50 per cento di differenziata nel 2020 che è l'obiettivo previsto dalle norme. Un giudizio destinato a non piacere agli ambientalisti. Ma Fortini non è tenero con nessuno. Tantomeno con quel progetto che alla fine degli anni Novanta e all'inizio del Duemila portò alla realizzazione in regione di sette impianti di Cdr e un termovalorizzatore (avrebbero dovuto essere due): progetto che non è mai decollato, secondo l'autore, perché «Ben prima della legge regionale del '97 le anomalie campane sono già molte, ma con quella legge e le conseguenti procedure, sembrano destinate a crescere piuttosto che ad affievolirsi». Inutilmente costoso e dispersivo il passaggio per gli impianti di trattamento meccanico biologico che avrebbero dovuto produrre cobustibile di qualità, ma che non ci sono mai riusciti. E sbagliato il proposito di affidare a un unico soggetto industriale (Impregilo) l'intera realizzazione del sistema impiantistico. «Non si è è mai vista una cosa del genere a livello mondiale: i poteri pubblici che affidano il dominus della gestione dei rifiuti urbani a un'unica impresa privata autolimitando il campo della regolazione delle responsabilità pubbliche»: un balsamo, probabilmente, per le orecchie degli ambientalisti campani che sono destinati, però, a restare delusi subito dopo quando Fortini parla del termovalorizzatore di Acerra come di uno degli impianti più moderni d'Europa. Ma il capitolo forse più delicato è proprio quello destinato all'Asia, l'impresa che Fortini dirige: «organizzata come un'azienda municipale di cui si è persa la memoria dopo i cambiamenti introdotti dalla legge 142 del 1990». E infatti l'Asia «non solo manca di impianti industriali di trattamento di trattamento, valorizzazione e smaltimento dei rifiuti, ma ha un bassissimo livello di meccanizzazione delle attività tipiche di spazzamento e di raccolta».