Rottura tra i soci, ora l'Asa rischia il dissesto
È clima da resa dei conti nell’Asa. La frattura tra socio pubblico e partner privato è ormai insanabile. Nell’assemblea degli azionisti - convocata dal collegio sindacale per la nomina, tra l’altro, del nuovo consiglio di amministrazione - si consuma un nuovo strappo tra le parti. L’amministratore delegato della società, Sheila Chiusolo, - che presiede la seduta - dichiara non valida l’assemblea in seguito delle contestazioni mosse dalla parte privata rispetto alla regolarità della convocazione. Il comportamento manda su tutte le furie il presidente del soggetto liquidatore del Cosmari Av1, Walter Palermo: «La Chiusolo è ormai chiarissimamente schierata a difesa della posizione del solo socio privato. Questo è l’ultimo colpo di mano: d’ora in avanti non saranno tollerate altre scaltrezze». Secondo il rappresentante di parte pubblica il comportamento dell’amministratore delegato «determina una condizione di impasse istituzionale e di impossibilità di funzionamento dell’Asa, stanti le dimissioni del presidente Angelo Romano e la revoca, peraltro accettata, del consigliere Fernando D’Amore». «Gravissime responsabilità» che - secondo Palermo - sarebbero addebitabili al «tentativo di impedire che il soggetto liquidatore ottenga, dagli organi societari e competenti, l’immediata revoca delle assunzioni operate, prima tra tutte quella di Emiliano Pescatore». All’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti - oltre agli argomenti relativi «la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e dell’amministratore delegato» - era prevista, infatti, anche una discussione su «recenti assunzioni di personale dipendente: determinazioni». «Il delegato del socio privato - aggiunge Palermo - mi aveva riservatamente fatto sapere che sarebbe stato disponibile a consentire la celebrazione dell’assemblea, a condizione che si fosse proceduto alla sola nomina del consiglio di amministrazione, rinviando a data da destinarsi gli altri argomenti». Il rifiuto del presidente del soggetto liquidatore ha portato al nuovo scontro. Ma il rappresentante di parte pubblica si mostra sempre più determinato: «L’adozione dell’atto è solo rimandata alla prima seduta utile dell’assemblea degli azionisti». Palermo ha chiesto la convocazione ad horas di una nuova assemblea dei soci, con il medesimo ordine del giorno. «In caso contrario - avverte - mi rivolgerò al Presidente del Tribunale, in conseguenza e per effetto dell’impossibilità di assicurare all’Asa una guida stabile e legittima, sia sotto il profilo del regolare funzionamento dell’organo amministrativo, che di sicura legittimazione del suo operato rispetto all’assemblea degli azionisti e, segnatamente, dell’azionista pubblico di controllo». Il presidente del soggetto liquidatore - pur rassicurando lavoratori e organizzazioni sindacalisul regolare pagamento degli stipendi di maggio - non manca di sollevare la questione del bilancio dell’Asa: «L’atteggiamento irresponsabile del socio di minoranza e dell’amministratore impedirà la regolare e tempestiva convocazione del consiglio di amministrazione per l’esame e l’approvazione del progetto di bilancio dell’esercizio 2009. La circostanza è grave perché, da anticipazioni dello stesso amministratore delegato, sembrerebbe che dal bilancio emergano perdite che potrebbero addirittura erodere completamente il capitale sociale».