Rivolta dei dipendenti, a rischio la nuova Asìa
Per salvare Asìa - che ha chiuso il bilancio con un rosso da 15 milioni - servono almeno 35 milioni pena l’implosione dell’azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Che fare dunque per evitare il crack? Il Comune si è inventato Asìa 2 (si dovrebbe occupare solo di spazzamento) per il finanziamento della quale servono appunto 35 milioni che possono essere accesi con un mutuo, già deliberato nel bilancio preventivo 2010. A quel punto basta che Asìa 2 si compri il ramo d’azienda per lo spazzamento dalla casa madre che avviene il travaso dei soldi e si salva così un servizio che negli ultimi anni ha zoppicato molto e soprattutto l’azienda. Il piano però è fortemente a rischio. Nessuno - infatti - dei 2800 dipendenti di Asìa vuole trasferirsi in Asìa 2. Temono un declassamento in termini di stipendio a travaso avvenuto. Così già almeno tre riunioni con gli assessori di riferimento - Paolo Giacomelli che ha la delega alla Nettezza urbana e Michele Saggese che ha quelle alle aziende Partecipate - ha dato esito negativo. I dipendenti hanno annunciato scioperi appena si approva il rendiconto del bilancio a fine giugno. Atto che coincide con l’automatica accensione del mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti. Fare Asìa 2 e affidarle lo spazzamento, l’unico servizio che rimarrà in carico al Comune atteso che la legge sui rifiuti prevede che dal primo gennaio 2011 il ciclo dei rifiuti passa alla Provincia, significa lasciare all’ente di Piazza Matteotti la parte più problematica dell’azienda e tenersi per sè quella fresca e priva di debiti e con un know how ben definito. Riuscirà il piano? I tempi sono serrati, entro fine luglio l’azienda dovrà essere costituita. Il varo vale 35 milioni e per il mantenimento di Asìa 2 il Comune tratterrà il 15% della Tarsu. Visto che la tassa sui rifiuti dà un gettito di 170 milioni la società per lo spazzamento avrà un fisso di circa 23 milioni. L’unica operazione possibile per non far fallire Asìa prima del passaggio alla Provincia. Al momento la situazione dell’azienda desta molte preoccupazione: sono garantiti sì gli stipendi ma non «ci sono i soldi nemmeno per acquistare una ramazza i e mezzi minimi per far funzionare Asìa non ci sono» raccontano da Palazzo San Giacomo. Tutto è prosciugato e di questo passo il prossimo bilancio potrebbe richiedere interventi finanziari importanti che il Comune data la scarsa liquidità non è in grado di fare. Di qui la necessità del travaso di maestranze e soprattutto di soldi. Resta il fatto che una società pubblica per lo spazzamento partirà con un capitale di ben 35 milioni di euro. La nuova società - di cui non è stato deciso ancora il nome - avrà come minimo un presidente e un manager. Chi ne farà parte? «Tale soggetto - si legge nella delibera di bilancio preventivo 2010 - acquisirà da Asìa, nel pieno rispetto e tutela degli interessi dei diversi assetti aziendali, le risorse umane e strumentali già disponibili e dedicabili a questa tipologia di attività attraverso la cessione del ramo d’azienda con il quale verrà conferito anche il servizio». Trapela che verso la nuova società migreranno tra i 600 e gli 800 dipendenti oggi in forza ad Asìa». Sul personale si metterà in campo l’esodo incentivato per attingere a risorse umane più fresche. «Il nuovo soggetto porrà in essere i necessari investimenti in termini di meccanizzazione del servizio, ovvero di acquisizioni infrastrutturali necessarie alla revisione delle modalità di erogazione del servizio stesso». E soprattutto sarà la ciambella di salvataggio della casa madre: Asìa.