Salerno pulita, la battaglia dei 53 lavoratori "ballerini"
Non chiude Salerno Pulita, a fine maggio. Semplicemente finisce la proroga con cui 53 lavoratori dell’ex Consorzio di Bacino lavorano nella società comunale. La questione rifiuti, tornata ad essere utilizzata come strumento di battaglia politica, entra così nel vivo: senza quei lavoratori la raccolta differenziata con i primati raggiunti da Salerno diventa a rischio e per scelta politica si può far rientrare il capoluogo nel caos rifiuti del resto della Campania. Il neo assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano martedì è stato chiaro: «Il 31 maggio scade il contratto di raccolta differenziata per Salerno Pulita». L’assessore comunale Gerardo Calabrese replica: «Scade solo la proroga con cui 53 lavoratori del Consorzio lavorano a Salerno Pulita». Ieri da Palazzo di Città è partita una lettera al Consorzio di Bacino: «Con Salerno Pulita c’è un contratto di servizio per la raccolta differenziata che ha consentito a Salerno di essere tra le prime in Italia per le percentuali ottenute. Questa Amministrazione, pertanto, continuerà ad avvalersi di detta società per tale servizio nel pieno rispetto della normativa, come continuerà a servirsi delle attività del Consorzio per tutti i contratti attivi. Chiediamo che il Consorzio proroghi il distacco del personale impegnato in Salerno Pulita sottolineando che ingiustificabili ritardi potrebbe determinare gravi disservizi in città». La questione è chiara ed è molto politica. Da un lato il commissario liquidatore del Consorzio di Bacino Giuseppe Corona chiede che il servizio di raccolta differenziata, rispettando la legge, sia affidato al Consorzio dove ci sono lavoratori a tempo pieno che non hanno mansioni. Calabrese ribatte che c’è un contratto tra Comune e Salerno Pulita, con un piano industriale della società «in house» che è stato approvato nel 2008 dal Consorzio di Bacino. Secondo quanto sottoscritto Salerno Pulita si occupa della raccolta differenziata utilizzando anche 53 lavoratori del Consorzio per garantire i livelli occupazionali. Al Consorzio spetta la gestione delle isole ecologiche e di altri servizi legati ai rifiuti. La neonata società provinciale a guida centrodestra, che secondo la legge del Governo Berlusconi dovrà occuparsi dell’intero ciclo dei rifiuti, spinge per ottenere la raccolta differenziata per utilizzare i propri lavoratori e far quadrare i propri conti e togliere spazio a Salerno Pulita, fino a liquidarla, visto che la società è stata più volte accusa di essere uno strumento di Vincenzo De Luca per fare clientele. Il Comune, da parte sua, non ha nessuna intenzione di affidare un servizio di eccellenza come quello della raccolta differenziata, agli ex Lsu napoletani assorbiti nel Consorzio di Bacino, che sarebbero poco motivati a condurre il lavoro in modo analogo ai lavoratori salernitani, per di più facendo pagare ai cittadini salernitani lo stipendio a lavoratori napoletani. Inoltre il Comune, tramite l’Anci, sta preparando il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge che affida solo in Campania il servizio rifiuti a Società provinciali che dovrebbero anche riscuotere la Tarsu. «Una legge - sottolinea l’assessore Calabrese - in contrasto con la normativa nazionale relativa all’Ambiente e anche con il federalismo, mentre questa Società provinciale di fatto ancora non esiste. Ora aspettiamo notizie dal commissario liquidatore del Consorzio. Speriamo che non voglia far naufragare un modello di raccolta differenziata che sta funzionando e che ha permesso a Salerno di raggiungere traguardi notevoli mentre la Campania affogava con i rifiuti per strada». A meno di un anno dalle elezioni, insomma, la questione rifiuti torna ad essere strumento di battaglia politica. E le decisioni dei prossimi giorni possono decidere in modo determinante la qualità della vita a Salerno.