Assunzioni all'Asa, oea Pescatore va all'attacco

"Da sindacati e politica pressioni e clientele. La verità è che vogliono ecludere il socio privato"
26 maggio 2010 - Luigi Basile
Fonte: Il Mattino Avellino

L’amministratore delegato dell’Asa, Sheila Chiusolo, non intende dimettersi nonostante le polemiche scoppiate in seguito alle recenti assunzioni decise senza il consenso del socio pubblico dell’azienda, con conseguente addio del presidente Angelo Romano. L’amministratrice della società di raccolta dei rifiuti ha preferito disertare la conferenza convocata insieme a Emiliano Pescatore. «Non sono abituata ed interessata - ha dichiarato - ad un eccessivo clamore mediatico e voglio tenere ben separato il mio ruolo da quello del socio privato». Secondo Chiusolo quello in corso sarebbe un regolamento di conti politici e tra soci, il «punto di massima tensione tra la parte pubblica e il privato», nel quale sarebbe stata ingiustamente tirata in ballo. Il rappresentante del gruppo Pescatore, invece, non ha rinunciato a rispondere alle critiche di questi giorni. Ne ha avuto davvero per tutti: ha rivolto accuse a Romano, alla politica irpina, al presidente del consiglio comunale di Avellino, Antonio Gengaro, e alle organizzazioni sindacali. «La mia assunzione nell’organico dell’azienda è stata solo una provocazione - ha affermato - per fare emergere le contraddizioni della gestione di questi anni». «Anche nel passato - precisa Emiliano Pescatore - ci sono state assunzioni di parenti di dipendenti posti in prepensionamento». L’ex amministratore delegato dell’azienda dei rifiuti ritiene che vi sia un disegno per tagliare fuori il privato dalla società. «Senza di noi non ci sarebbe stata nemmeno un scopa, qualcuno ha pensato di relegarci al ruolo di soci finanziatori. Molti di quelli che ci criticano oggi, come Gengaro, quando l’Asa fu costituita erano favorevoli alla nostra presenza». Ma l’imprenditore parla, citando verbali di riunioni del consiglio di amministrazione, di presunte ingerenze e pressioni ricevute negli anni per assorbire sempre nuove unità di personale. «Dagli 80 dipendenti del 1998 siamo arrivati agli attuali 240. Chi ha fatto le clientele? Ovviamente la politica, con l’avallo dei sindacati che oggi mi attaccano. Ma tutti gli atti gestionali del privato portano anche altre firme». Più di un stoccata viene riservata da Emiliano Pescatore a Romano. «Senza le deleghe del privato non avrebbe potuto amministrare che il condominio di casa sua. Eppure per ben cinque volte ha presentato le dimissioni chiedendo la nostra esclusione. Ma altrettante volte è rientrato senza preoccuparsi della coerenza. Come può parlare di moralità?». Pescatore tira in ballo anche Walter Palermo, responsabile del soggetto liquidatore del Cosmari, ritenendo che vi sia incompatibilità con la sua presenza nel collegio sindacale della società «IrpiniAmbiente». «Alla fine, visti i bilanci senza utili,- sottolinea - lo spazio di profitto per il privato non poteva che essere la locazione di stabili e capannoni di proprietà». Ma anche su questo fronte si sarebbero consumate deliberazioni poi revocate e ricorsi. Sulla futura gestione da parte di «IrpiniAmbiente», Pescatore ha espresso un’opinione precisa. «Si sta agendo ben oltre il dettato della legge. Stanno cercando di danneggiarci. L’Asa vanta crediti per quasi sette milioni di euro e contratti fino al 2016. Come è possibile buttarci fuori, dopo 13 anni di attività?». All’orizzonte Emilio Pescatore intravede soltanto problemi. Tra questi l’assorbimento di oltre 60 unità del Cosmari: «Con quali soldi si effettuerà l’operazione? Li chiederanno forse al privato? Sarà un nuovo bubbone, anche perché la maggior parte dei dipendenti del Cosmari è dichiarata inabile a lavorare». Il socio privato dell’Asa ha ancora il tempo per un ultimo siluro, quello delle consulenze e degli incarichi professionali: «Vedrete che parcelle principesche verranno fuori». A questo punto vi è attesa per la convocazione degli organismi della società. Resta ancora da decidere, da parte di Pescatore, se partecipare o meno alla riunione o affidare ai legali la contromossa.

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