Santa Chiara, una discarica sotto al campanile

Mobili, stracci e siringhe nei giardini
L'ira dei cittadini: intervenga l'Unesco
26 maggio 2010
Fonte: Il Mattino

Degrado a Santa Chiara Tradizione e storia fanno del monastero di Santa Chiara il cuore pulsante di Spaccanapoli. Un raro gioiello di arte gotica e barocca, sopravvissuto ai bombardamenti del 1943 e oggi più che mai in pericolo. Degrado, incuria e totale abbandono minacciano uno dei simboli dell’identità culturale della città. Dalle canzoni classiche partenopee alle pagine di scrittori illustri, Napoli ha decantato la bellezza della cittadella monastica circondata dallo splendore di marmo e piperno ma, oramai, anche da rifiuti di ogni sorta. È una discarica a cielo aperto quella che fiancheggia il Campanile trecentesco voluto da Roberto D’Angiò, un cumulo di mobili vecchi, bottiglie, detersivi e persino lacci emostatici e siringhe. La continua mortificazione delle antiche mura del complesso, imbrattate da graffiti, è stata segnalata dal Comitato Civico di Portosalvo ma la grave emergenza riguarda l’insula di proprietà comunale denominata «Cortile di Santa Chiara - Quartiere S. Giuseppe». A battagliare dal lontano 2003 con segnalazioni e denunce sul degrado del cortile e dei giardini annessi al Chiostro, è il Comitato Città Antica che da sempre tenta di difendere la bellezza bistrattata dei Decumani. «La prima importante denuncia della cittadinanza attiva risale al 2005 con la protesta delle lenzuola bianche, appese dalle finestre di tutti i Decumani per segnalarne il pericoloso degrado - afferma Tiziana Iorio del Comitato Città Antica - dopodiché abbiamo cercato di interloquire invano con il Comune e abbiamo segnalato all’Unesco le allarmanti condizioni dell’area e del cortile di Santa Chiara, che tra l’altro sono Patrimonio dell’Umanità, portando avanti la battaglia per il decoro e la dignità del centro storico, ora in grave pericolo». Nonostante la visita dell’ispettorato Unesco e un piano programmatico del Comune per riqualificare il centro storico, nulla è cambiato. Anzi, quotidianamente, il degrado soffoca il cortile della cittadella monastica divenuta un luogo di spazi negati. È questo un altro aspetto del totale abbandono del cortile di Santa Chiara. «I giardini e una parte del cortile che costeggia il Campanile non solo mancano di manutenzione e pulizia, ma sono chiusi da lucchetti e cancellate dove viene sversato di tutto, un ennesimo esempio di verde imprigionato e degradato che invece dovrebbe essere aperto alla cittadinanza, con la creazione di aree fruibili dal quartiere» tuona Pino De Stasio, consigliere della municipalità che da anni combatte insieme ai comitati civici. Tra i problemi finiti nel dimenticatoio vi è anche «la questione dell’intera gestione e del controllo dell'area comunale del Cortile di Santa Chiara, perché non è chiaro chi si debba occupare delle competenze in materia, dalla pulizia, all’apertura dei cancelli, alla manutenzione dei giardini, sino alla sosta che avviene nell’area pedonale del Chiostro» si legge nell’esposto inviato da De Stasio al sindaco. «Eppure basterebbe poco per bonificare e mantenere il verde e il cortile-sottolinea Iorio-tanto che proponemmo la demolizione dei muretti per aprire i giardini e accedere al Campanile che è visitabile». E invece da anni gli spazi dell’arte sono negati, ma anche «gli spazi per i giovani - come spiega Raffaele Marande impegnato coi ragazzi del territorio - che giocano a pallone nel cortile perché non sanno dove andare, basti pensare al progetto di ludoteche nel palazzo di San Giovanni Maggiore Pignatelli, abbandonato dal Comune dopo 7miliardi di investimento».

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