Liquami nel mare di viilla Rosebery, sigilli alle fogne
Un mare opaco, un fondale scivoloso: così è ridotto uno dei tratti di costa più belli del mondo, quello di Riva Fiorita a Posillipo. Lo specchio di mare su cui si affaccia anche Villa Rosebery, residenza partenopea della presidenza della Repubblica. Colpa delle fogne che sono fuori regola e di chi non interviene con la necessaria manutenzione. In questo caso, il Comune di Napoli. I cittadini, stanchi di segnalare il disastro alle autorità di ogni ordine e grado, si sono rivolti ai carabinieri della stazione di Posillipo guidata dal luogotenente Tommaso Fiorentino che lunedì notte hanno sequestrato 50 metri lineari della condotta fognaria comunale collegata al parco Riva Fiorita di via Ferdinando Russo e li hanno poi riaffidati al servizio fogne del Comune di Napoli che è già al lavoro per cercare di risistemare l’impianto. Eppure, come ha spiegato l’assessore competente, Agostino Nuzzolo, già qualche settimana fa il servizio fognature del Comune era intervenuto insieme a quello della prima municipalità di cui è presidente Fabio Chiosi. Come sono finiti in mare i liquami provenienti dalle abitazioni e dalle imprese commerciali? Probabilmente a causa di un’errata progettazione della condotta (che risale a più di venti anni fa) e della carenza di manutenzione. Ogni tratto di fogna, infatti, ha dei pozzi d’ispezione che si aprono per permettere di intervenire. Il tutto deve essere a tenuta stagna. Nel caso di Posillipo la fogna principale si trova venti metri a monte del parco, quindi i liquami devono essere aspirati da pompe che dal livello del mare li devono portare alla fogna principale. In questo caso, però, secondo i carabinieri, la condotta non è stata fatta a tenuta stagna, ma con i cosiddetti tubi di troppo pieno che corrono al di sopra della fogna. Quando questa si riempie i liquami finiscono nei tubi e di qui a mare. È quello che è successo nelle scorse settimane quando la fogna si è intasata e tutto il suo contenuto è stato sversato nella baia di Riva Fiorita, in un’insenatura chiusa da scogliere frangiflutti, dove tutto ristagna. La situazione è stata peggiorata dalla presenza in zona di numerosi ristoranti che scaricano materiale di tutti i tipi nelle fogne. Perciò sul fondale marino si sono accumulati liquami per decine di metri. Ora il Comune è stato obbligato a chiudere i condotti killer e ad adottare gli accorgimenti necessari per assicurare la salute dei cittadini. Per il momento si stanno espurgando le fogne. «La pompa di sollevamento esiste – dice l’assessore Nuzzolo - ma le tubazioni erano intasate. Dobbiamo capire chi ha realizzato il tubo di troppo pieno e quando. Per il momento abbiamo pulito la fogna e stiamo analizzando la possibilità di annullare o allungare il troppo pieno». Una vicenda inquietante sulla quale è intervenuto anche Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania che parla di «uno sfregio alla bellezza, un atto brutale, opera di ignoranza ed inciviltà». E ancora: «In Campania ormai l’illegalità ambientale e il rispetto del territorio è all’anno zero. Ormai la lista degli episodi di inquinamento sta diventando sempre più lunga e non risparmia nulla, mettendo sempre più a rischio il territorio, l’ambiente e la salute dei cittadini e turisti. E con l’arrivo dell’estate, cosa ci dobbiamo aspettare?». A Napoli la Regione, in base ai dati raccolti dall’Arpac ha già vietato i bagni a Pietrarsa, San Giovanni a Teduccio e in piazza Nazario Sauro. E questo in base ai prelievi del 2009. Ma da aprile l’agenzia per l’ambiente ha ripreso il monitoraggio e la situazione potrebbe cambiare. Difficilmente in meglio.