No alla discarica, ma la Provincia prende tempo
I comitati protestano in aula: "Vergogna"
È un «no» vincolato quello espresso dal consiglio provinciale, riunito ieri mattina, all’apertura della seconda discarica di Terzigno. L’aula, dopo più di tre ore di discussione, approva (24 voti favorevoli e 9 contrari) l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Il testo impegna la giunta a proporre alle autorità competenti l’esclusione di Cava Vitiello dai siti destinati a ospitare una discarica, «anche come ulteriore stimolo al rapido raggiungimento degli obiettivi di riduzione della quantità di rifiuti da conferire in discarica». Una formula che, anche se sfumata rispetto al testo originale, non esclude una volta per tutte l’ipotesi dell’apertura. Eppure - accusa la minoranza - l’alternativa era sul tavolo. Il capogruppo del Pd, Pino Capasso, anche sindaco di San Sebastiano, fa mettere ai voti il documento, stilato dai 13 sindaci del Parco del Vesuvio, che «esclude» categoricamente il perimetro del Parco dalle aree destinate a discariche. «Se un giorno sarà aperta - annuncia - non indugerò a dimettermi da primo cittadino». Stesso tenore per l'odg proposto dal capogruppo di Rifondazione comunista: «Si è persa l'occasione per dire un no secco alla discarica», commenta Tommaso Sodano alla fine delle votazioni che bocciano i documenti dell'opposizione. «Vergogna - insorgono i comitati anti-discarica che presidiano il complesso di Santa Maria La Nova -: la maggioranza ha preferito utilizzare il solito politichese per non precludersi un domani la possibilità di aprire un secondo sito di conferimento a Terzigno». Ma il presidente della giunta difende la decisione della sua maggioranza: «L'ordine del giorno approvato dal Consiglio - dice Luigi Cesaro - rappresenta un ulteriore passo avanti nell'azione che la Provincia sta portando avanti nel campo dei rifiuti». In base al documento, la Provincia definirà entro 180 giorni, d’intesa con la nuova amministrazione regionale, la dotazione impiantistica ottimale per la gestione del ciclo dei rifiuti. Per l’assessore all’Ambiente, Giuseppe Caliendo, «i nostri sforzi devono essere indirizzati tutti alla riduzione drastica della quantità di rifiuti che finisce in discarica». Il consiglio, infatti, propone la programmazione di almeno due altri siti di compostaggio e un’ulteriore rifunzionalizzazione degli impianti Stir. «Tutte queste attività - conclude Cesaro - sostenute da analoghi sforzi da parte dei Comuni nel raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata, consentiranno di proporre alle autorità competenti l’esclusione di Cava Vitiello dai siti destinati a discarica». Moderatamente soddisfatto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella: «Mi aspettavo una posizione più netta, ma almeno si inizia ad affrontare di petto la situazione». Attualmente, anche se la discarica attiva è a Terzigno, Boscoreale è più vicina in linea d’aria e accusa maggiormente i disagi: «Gli immobili si deprezzano - dice - e i ristoranti chiudono». Dal centro direzionale, la delusione del consigliere del Pd, Mario Casillo: «Mi sarei aspettato un no secco al progetto di riattivare la ex cava Vitiello. Invece la maggioranza di centrodestra si è limitata a demandare la decisione alla Regione».