«Indaghi la Procura e subito una commissione d’inchiesta»
E Dino Preziosi: si discuta in aula
Una commissione comunale d'inchiesta, l'intervento della Procura della Repubblica e la convocazione di un consiglio comunale d'urgenza, sono le richieste che la politica avanza all'indomani della bufera che si è abbattuta sull'Asa, società a prevalente capitale pubblico, dopo l'assunzione di sei dipendenti compiuta unilateralmente dal socio privato senza neppure informare il Cda. Dagli scranni dell'aula consiliare, alle stanze delle sedi partitiche, si levano voci di deploro contro quanto avvenuto. «Uno scandalo», lo definisce senza mezzi termini Lucio Fierro delPd: «È un'intollerabile assalto alla diligenza, alle tasche dei cittadini da parte di un famelico socio privato, coperto da una innominabile cordata di sodali che esercitano interessi privati sotto le spoglie di amministratori pubblici». Fierro invita la politica a non farsi da parte ed il Pd a «parlare un solo linguaggio. Questo è quanto ci chiedono tutti. La posizione del partito è, per noi, quella espressa dal presidente Romano». C'è indignazione per quanto accaduto all'Asa, e indigna ancora di più «in una provincia devastata dalla disoccupazione - incalza Fierro -, l'assunzione di parenti ed amici in dispregio di ogni norma di correttezza. Come indigna lo spudorato tentativo del socio privato di portare a casa una sostanziosa liquidazione sotto forma di fitti iper-valutati o di mantenere le mani in pasta anche nel nuovo assetto, attraverso funzioni dirigenziali al massimo livello». Un'indignazione che, almeno in questo caso, non ha colore partitico. Il capogruppo dell'opposizione in consiglio comunale Giovanni D'Ercole, parla di «assunzioni non legittime, viziate, in quanto non si può essere assunti nel pubblico senza alcuna forma di selezione». «Assunzioni senza testa né coda», aggiunge D'Ercole convinto che sia necessario porre rimedio «ad uno scempio del genere», sollecitando l'intervento della magistratura ma anche «istituendo una commissione comunale che possa venire a conoscenza degli incartamenti da cui trarre una valutazione di legittimità anche politica». D'Ercole non manca di puntare l'indice nei confronti della parte pubblica dell'Asa che ha, in diverse occasioni, «offerto la sponda al privato». Un conflitto, tra socio pubblico e privato, che per il capogruppo dell'Udc al comune Massimo Preziosi «richiede con urgenza una soluzione, attivando tutti i meccanismi a disposizione della parte pubblica chiamata a denunciare in modo preciso le prospettate illegittimità, dove possono intravedersi anche estremi di illiceità». Ma non solo. «L'esplosione di questo conflitto - prosegue Preziosi - deve trovare una presa di posizione netta da parte dell'assise comunale anche da un punto di vista politico». Ed è proprio una riunione urgente del civico consesso che chiederà il capogruppo di Vento di Centro Dino Preziosi. «È accaduto un fatto di una gravità estrema» e ricorda un episodio simile che portò alle dimissioni, poi rientrate, del presidente Romano. «Ora non si può più tacere», chiosa Preziosi. Sulla stessa linea Enza Ambrosone che ritiene ingiustificabili le sei assunzioni «soprattutto in un momento di grave difficoltà occupazionale qual è quello che viviamo». Parla di «evidente forzatura» ed invita il presidente dell'Asa e quello del soggetto liquidatore a fare chiarezza nelle sedi opportune. Un mea culpa alla politica in generale, viene chiesto da Giarcarlo Giordano (SeL), che bolla l'Asa «stazione di clientele» e ricorda: «La politica che oggi punta il dito contro il socio privato è la stessa che fa fatto assunzioni clientelari nel passato. Si sono coperti l'un l'altro. Oggi mi auguro che il caso venga affrontato con decisione e che non si ripeta più».