«Un’operazione indecente non si può rimanere fermi»
Sos alla provincia: si cambi registro
La vicenda delle sei assunzioni operate dall'Ad dell'Asa Sheila Chiusolo senza coinvolgere il Cda della società ha provocato la dura reazione dei sindacati. «La vicenda - evidenziano i segretari di Cgil, Cisl e Uil - ripropone l'ennesimo episodio non certo edificante per la gestione degli enti di servizio. Risulta stucchevole, tra l'altro, la presenza dell'ex amministratore delegato nonché prossimo congiunto del socio privato. Se tale elemento non lo configura, non immaginiamo in che caso si possa invocare il conflitto di interessi». Il sindacato prova a porre un interrogativo: «Con un congiunto prossimo del socio privato in organico all'Asa, la società di viale Italia a quale impresa privata si rivolgerà in caso di servizi da affidare all'esterno?». «Il mancato passaggio dal Cda - aggiungono Vincenzo Petruzziello, Mario Melchionna e Franco De Feo - rappresenta, inoltre, una circostanza che pone seri dubbi sulla trasparenza degli atti posti in essere. Sarebbe opportuno che gli organi istituzionali e politici determinino le condizioni per un ripristino della trasparenza e della legittimità. Le ultime mosse, del resto, sembrano andare in una direzione opposta a quella della completa pubblicizzazione del ciclo integrato dei rifiuti». Su questi presupposti si basa l'appello di Cgil, Cisl e Uil all'assessore provinciale all'ambiente Domenico Gambacorta ed al presidente del soggetto liquidatore, Walter Palermo, finalizzato a chiedere «un incontro urgentissimo per fare chiarezza e per porre in essere tutte le azioni al fine di ripristinare all'Asa i principi di trasparenza e legittimità, anche a salvaguardia dei posti di lavoro». Parole dure sulla vicenda arrivano anche dal responsabile del settore ambiente della Uil Michele Caso. «In un momento di grandissima difficoltà - dice - l'assunzione di Pescatore rappresenta un'offesa all'intelligenza, oltre che un oltraggio nei confronti di quanti lavorano quotidianamente nel settore con grossi sacrifici. L'operazione dell'Ad dell'Asa si inserisce in un contesto nel quale i lavoratori dei consorzi sono, da anni, in attesa della stabilizzazione, i dipendenti di tutti i soggetti subiscono, da mesi, l'umiliazione di pietire lo stipendio e il servizio di raccolta viene effettuato senza mezzi di protezione. Ai sacrifici, tra l'altro, sono costretti pure gli stessi dipendenti della ditta Pescatore. Quelli fortunati sono, infatti, in cassa integrazione«. Caso punta l'indice contro quello che definisce «un atto di estrema gravità. Da tempo stiamo denunciando che il privato, all'interno dell'Asa, cura molto i propri interessi e poco quelli della società. Non ci stiamo ad assistere inermi a questi ultimi colpi di mano. La parte pubblica sappia svolgere il suo ruolo e soprattutto non assecondi questa scelta. È giunto il momento di voltare pagina: chiudiamo l'Asa e diamo gambe ed operatività ad IrpiniAmbiente». Disapprovazione per l'iniziativa dell'Ad Chiusolo arriva, nel frattempo, anche dal Partito Democratico. «Condanniamo con fermezza - si legge in una nota - l'assunzione di sei dipendenti nell'organico dell'Asa. Si tratta di un atto poco corretto e altrettanto poco trasparente, che deve essere annullato. Auspichiamo, inoltre, che episodi del genere non si ripetano. La gestione del ciclo dei rifiuti, che noi intendiamo sempre imperniata sul modello pubblico - privato, deve essere improntata alla chiarezza con ruoli e competenze distinti e sempre rispettati. Un imperativo che rende ancora più necessario superare l'emergenza, purtroppo ancora in corso, e tornare all'ordinario, mediante scelte nette e durature per garantire legalità e trasparenza e allontanare dal settore l'influenza della criminalità organizzata».