Scandalo assunzioni, Asa sempre più nel baratro
Ora è davvero caos all'Asa. L'atteso consiglio di amministrazione - che avrebbe dovuto assumere eventuali determinazioni rispetto alle presunte «assunzioni illegittime» operate dall'amministratore delegato - non s’è tenuto. All'assenza - peraltro prevedibile - dell'ad Sheila Chiusolo, si unisce quella di Fernando D'Amore, che aveva già fatto pervenire un certificato per annunciare un'indisponibilità di dieci giorni. Il vice presidente - espressione della parte pubblica - non ha raccolto l'accorato invito del presidente del soggetto liquidatore del Cosmari Av1, Walter Palermo, a presenziare «anche in video conferenza». La mancata celebrazione del Cda provoca reazioni a catena. con le dimissioni del presidente dell'Asa Angelo Romano e la revoca - da parte dello stesso Palermo - del consigliere D'Amore, al quale, già nelle scorse settimane, erano state richieste le dimissioni a seguito di comportamenti che «avevano messo in discussione l'impegno a favore della parte pubblica». Una decisione assunta «allo scopo di procedere alla tempestiva ricostruzione del Cda dell'Asa e di ripristinare condizioni di legalità e di normale funzionamento della società in questo delicatissimo momento della vita sociale«. La nomina dei componenti del nuovo Cda - che avverrà, per la parte pubblica - in un'assemblea dei sindaci che sarà convocata già in data odierna - «eviterà lo stallo istituzionale e consentirà anche l'approvazione del bilancio in scadenza il prossimo 31 maggio». Romano, nel frattempo, ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente del soggetto liquidatore «allo scopo di consentire ogni utile iniziativa a tutelare gli interessi dell'Asa e del socio pubblico». Il presidente ha accolto con rammarico l'assenza - pur annunciata e, per certi versi, prevista - del consigliere D'Amore. «Per la preannunciata indisponibilità del vice presidente fino al prossimo 29 maggio - evidenzia - non sono nelle condizioni di garantire l'adozione, da parte del Cda, dei necessari ed urgenti provvedimenti conseguenti nel diritto potere di controllo e di interdizione rispetto all'esercizio dei poteri delegati dell'Ad. Analogamente, sono impossibilitato a procedere alla convocazione dell'assemblea dei soci per l'assunzione delle determinazioni necessarie e conseguenti al censurato comportamento dell'amministratore delegato». La vicenda - che ha alimentato reazioni dal mondo della politica e del sindacato - può, dunque, considerarsi tutt'altro che chiusa. Il neo assunto - ed ex amministratore delegato - Emiliano Pescatore, nel frattempo, puntigliosamente si difende, intervenendo a tutela sua personale - come dipendente Asa - e del socio privato. «Fin dall'inizio - dichiara - si sono utilizzati tutti gli strumenti non per ricercare una soluzione equa per la fuoriuscita del socio privato, quanto per indurre lo stesso alla resa. Una strategia che ha causato notevoli difficoltà all'Asa, indotte con lo scopo di metterne in discussione la sopravvivenza. L'obiettivo che si intende raggiungere è quello di vanificare gli sforzi di investimento e gestionali profusi dal socio privato». Ma Pescatore prova a giustificare anche la sua assunzione, ribadendo concetti espressi pure dall'ad Chiusolo. «Mi preme chiarire - conclude il neo coordinatore dei servizi - che la mia assunzione è avvenuta, come le altre, in sostituzione di una congiunta già in forza all'Asa, impossibilitata per motivi personali. Tale criterio è stato già adottato più volte per il passato, dalla stessa società, senza alcun rilievo». Il riferimento di Pescatore e Chiusolo sembra trovare riscontro - almeno da quando Romano è presidente - in un solo caso. Su sollecitazione delle organizzazioni di categoria, infatti, il Cda ratificò l'assunzione del figlio di un malato terminale che non aveva ancora maturato i requisiti minimi di pensione. «Ma non scadiamo - dice il presidente Romano - in queste vergogne ed immoralità». Sui gradi di parentela dei neo-assunti, infatti, sarebbe pronto una sorta di dossier.