Ercolano, alla luce il «cimitero» degli scarti industriali

A cinque metri di profondità e a poca distanza dal mare nascoste scorie pericolose
20 maggio 2010 - Aniello Sammarco
Fonte: Il Mattino

Ercolano: scarti industriali Ercolano. Rifiuti derivanti da scarti industriali sotterrati a quasi cinque metri di profondità e a pochi passi dal mare. È la scoperta fatta ieri mattina dagli uomini della capitaneria di porto di Torre del Greco in un appezzamento di terreno posto nella vicina Ercolano, appartenente ai proprietari di una conceria già sotto la lente di ingrandimento per una serie di segnalazioni riguardanti la loro attività e soprattutto per le procedure seguite per lo smaltimento degli scarti di lavorazione. Il blitz è stato condotto dalla guardia costiera, guidato del comandante Gaetano Angora e coordinato sul posto dal luogotenente Raffaele Fiorillo, che ha operato in stretta collaborazione con gli uomini dell’Uopc dell’Asl 3 Sud, diretti da Aldo Gini, e con gli agenti della polizia municipale alle dipendenze del colonnello Francesco Zenti. L’indagine è partita da alcune denunce relative a un presunto sversamento a mare di reflui di tipo industriale lungo la costa di Ercolano. Indagine che nei mesi scorsi aveva portato gli stessi militari a setacciare il territorio della città degli scavi e a focalizzare l’attenzione su un terreno abbandonato di via Marittima, terreno posto a qualche decina di metri dal mare e risultato di proprietà dei responsabili di una conceria. L’opera di verifica ha però portato gli uomini della guardia costiera a una conclusione per certi aspetti ancora più sconcertante: quel terreno, ampio non più di 800 metri quadrati, nascondeva qualcosa di particolare. Di qui la decisione di fare arrivare in zona un’escavatrice, che ieri - sin dalle prime ore della giornata - ha iniziato a spostare il terreno. Sotto gli occhi di militari, vigili urbani, personale dell’Asl ma anche del Comune e molti curiosi, quello che è venuto fuori è stato un vero e proprio «cimitero» di scarti derivanti da lavorazione industriale. A una profondità di cinque metri è stato trovato un enorme quantitativo di rifiuti speciali e anche pericolosi (non si è proceduto ancora ad una stima esatta dell’entità di spazzatura rinvenuta): oltre a ferraglia di vario tipo, sotto il terreno spostato dall’escavatrice sono stati recuperati manufatti in vetroresina, scarti di pellame lavorati o semilavorati e contenitori in plastica che, ipotizzano gli inquirenti, dovevano servire per raccogliere i liquidi industriali estremamente velenosi per l’ambiente e il mare. La capitaneria di porto torrese ha denunciato i due proprietari del fondo e della conceria per immissione di rifiuti probabilmente pericolosi sul suolo e nel sottosuolo. Ma i militari sono ancora impegnati nelle indagini per stabilire responsabilità, modalità e tempi di attuazione di quello che risulta un vero e proprio attentato all’ambiente, con rischi per la salute dei residenti della zona ma anche per il mare. Non è escluso, infatti, che nei prossimi giorni e a seguito dei risultati delle analisi per la caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti, possano emergere ulteriori elementi utili al prosieguo delle indagini. L’Arpac adesso dovrà occuparsi delle analisi per la caratterizzazione chimica dei rifiuti portati alla luce. Si teme anche che gli scarti industriali possano aver prodotto percolato o addirittura che possa essere avvenuta un’immissione diretta di liquidi nocivi nella parte terminale del refluo fognario comunale.

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