Pagani L’inchiesta denominata «Folena»

Rifiuti in località Torretta, Marrazzo resta in cella

Ad essere smaltiti illegalmente erano gli scarti di lavorazione di alcune aziende ortofrutticole di San Marzano sul sarno e di alcune concerie di Solofra
19 maggio 2010 - r.s.
Fonte: Il Mattino Salerno

Pagani. Resta in carcere Attilio Marrazzo. Il tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato il ricorso per ottenere l'annullamento o una modifica dell'ordinanza di custodia cautelare al carico dell'imprenditore residente a Sant'Egidio del Monte Albino ritenuto gestore di fatto «Torretta Cave di Marrazzo Francesco & C. snc», con sede operativa in via Amalfitana a Pagani. Marrazzo (del 26 agosto 1961) era stato arrestato nell'ambito dell'operazione "Folena" dei carabinieri del Noe e della procura di Napoli contro un'organizzazione che gestiva i rifiuti illecitamente raccolti e smaltiti in cave e terreni agricoli. Nelle scorse ore è stato discusso anche il ricorso al tribunale del Riesame per Alfonso Russo, 43 anni di Nocera Superiore, della ditta di autotrasporti, che dagli inquirenti viene considerato il «dominus assoluto» della associazione per delinquere: a breve si potrà sapere l'esito. Ad assistere Russo è l'avvocato Gaetano Pedone (del 1958), mentre Marrazzo è difeso dall'avvocato Giuseppe Buongiorno. Sia Russo che Marrazzo sono considerati i maggiori artefici e promotori della gang. L'inchiesta «Folena» - iniziata dalla procura con il pm Giancarlo Russo di Nocera Inferiore e poi definita da quella di Napoli, e condotta dai carabinieri del Noe - ha sgominato una presunta banda che smaltiva i rifiuti di aziende ortofrutticole di San Marzano Sul Sarno che venivano dispersi su terreni campani (abbandonati o come capitato a Mercato San Severino, di aree dove pascolavano bovini) e poi ricoltivati, mentre quelli proveniente da alcune concerie di Solofra e da una cartiera di Minori, invece, finivano nella cava gestita di fatto da Marrazzo a Pagani e in una del beneventano. Le indagini sono ancora in corso e potrebbero riservare ulteriori sviluppi, per chiarire la reale portata del giro di rifiuti non pericolosi smaltiti illegalmente e anche per verificare lo stato dei luoghi che hanno ricevuto per mesi questo tipo di rifiuti e i danni prodotti all’ambiente

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