Rifiuti e caos consorzi, arriva la commissione d’inchiesta
Costi del personale aumentati del 20%
Arriva oggi a Caserta la commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie che ha già ascoltato nelle scorse settimane l'ex commissario della provincia di Caserta, il prefetto Biagio Giliberti, e l'ex direttore del consorzio i bacino Napoli-Caserta, Antonio Scialdone. Nel calendario, fitto di impegni, sono previsti un sopralluogo a Ferrandelle e San Tammaro e le audizioni dei prefetti e dei questori delle due province, degli amministratori e dei dirigenti dei consorzi. La situazione che i commissari si troveranno ad affrontare non sarà delle più facili. Partiamo da un dato: analizzando le prime cifre, il commissario liquidatore e gestore, Gianfranco Tortorano, ha rilevato che i costi per il personale sono lievitati del venti per cento dal 31 dicembre 2008 a oggi e questo anche se la legge prevedeva lo stop alle promozioni e agli incrementi di organico. Da qua la decisione di trattenere sui prossimi stipendi tutto quello che è stato indebitamente percepito. Ma non è tutto. Nei giorni scorsi i lavoratori di Caserta erano entrati in agitazione per il mancato stipendio del mese di aprile: ieri sono stati convocati e il commissario liquidatore ha annunciato di essere pronto a firmare i mandati di pagamento. Perciò i confederali hanno revocato lo stato di agitazione mentre la Fiadel si è detta insoddisfatta dalla mancanza di impegni scritti e si è riservata di annunciare la data del prossimo sciopero. Dal canto suo i sindacati autonomi hanno dichiarato 48 ore di sciopero a partire dal 22 maggio e in un comunicato, il portavoce Vincenzo Guidotti, ha lanciato l'idea di un'azionariato popolare visto che la SapNa, l'azienda provinciale di Napoli, il 5 maggio ha stato cambiato lo statuto e potrà vendere le proprie azioni diventando socia di privati. Una delle ipotesi al vaglio dell'amministratore unico Corrado Catenacci, è quella di affidare i lavoratori dei consorzi ai Comuni che dovranno gestire la racconta. Il timore dei dipendenti, che sono già in sovrannumero, è che i privati possano arrivare con nuovi dipendenti facendo crescere ancora il numero degli addetti. i costi continuerebbro a crescere e la Tarsu a lievitare. Alla tensione tra i lavoratori fa da contraltare quella tra la Provincia di Caserta e il commissario Tortorano che ha inviato all'amministrazione due lettere di fuoco chiedendo che l'ente si assuma la responsabilità dei dipendenti dei consorzi. Ecco che cosa è successo. Nei giorni scorsi le ditte incaricate della rimozione del percolato (Sida e C.c.s) hanno chiesto l'immediato pagamento delle spettanze arretrate minacciando di sospendere il servizio. Il presidente Zinzi ha chiesto al liquidatore di pagare e Tortorano ha risposto a stretto giro sottolineando che il compito di gestire il ciclo dei rifiuti fa capo alle società provinciali che devono provvedere in proprio o almeno fornire le risorse necessarie ai pagamenti visto che la norma attribuisce a loro i fondi provenienti dalla Tarsu. Il commissario conclude diffidando «la Provincia di Caserta a fornire ad horas gli importi necessari a pagare le ditte fornitrici». Ma non è finita. La Provincia di Caserta ha invitato il liquidatore a un incontro per consegnargli in comodato d'uso siti di stoccaggio dei rifiuti. E Tortorano ha risposto diffidando l'ente locale «a fornire ad horas il piano industriale che rappresenti in dettaglio le modalità con cui intende operare il servizio di gestione integrata, onde poter disporre la pianta organica». In sostanza il liquidatore chiede alle società provinciali di attrezzarsi per assumere i dipendenti dei consorzi al più presto e di avviare la gestione dei siti, cosa che non è finora avvenuta per Caserta né per Napoli.