Bertolaso a Montaguto: linea riaperta a fine mese

Guido Bertolaso arriva al campo base di Montaguto, nell’area Pip occupata dal genio militare, taciturno e ombroso. Diventa, invece, loquace, sereno e sorridente al termine del vertice con i tecnici della Protezione civile, delle Ferrovie dello Stato, Anas, dell’Autorità di Bacino e gli amministratori locali. Probabilmente perché può annunciare che entro tre settimane sarà ripristinata la ferrovia, smentendo il generale Giuseppe Valotto che nei giorni scorsi aveva parlato di slittamento di una o due settimane per la ripresa delle comunicazioni sulla linea Roma-Lecce. «Siamo venuti qui oggi - spiega Bertolaso - dopo aver rinunciato la settimana scorsa a causa del maltempo, per registrare dei progressi molto importanti e significativi che mi fanno essere ottimista. Se avremo un po’ di aiuto dalle condizioni del tempo, credo che dovremmo riuscire a riaprire la ferrovia entro 21 giorni, praticamente tre settimane: al massimo ci potrà essere il ritardo di qualche ora rispetto al cronoprogramma stabilito». E il generale Valotto? «Il generale Valotto - riprende il capo della Protezione civile - è stato frainteso, è un militare e le indicazioni che riceve le ha elaborate in un certo modo. Noi siamo una via di mezzo, tra i militari e i civili, e quindi cerchiamo di interpretare tutta una serie di elementi». Partendo da dove? «La realtà è che oggi - continua - abbiamo un sistema di monitoraggio tra i migliori al mondoe con il ragar dell’interferometro minuto per minuto registriamo gli spostamenti di questa gigantesca frana. Magari avessimo qualcosa del genere per i vulcani. Con questo e gli altri strumenti messi in campo in collaborazione con il Cnr e l’Università di Firenze oggi conosciamo tutto della frana. Sappiamo che continua a muoversi. Per questo sono stati fatti dei terrazzamenti, per cercare di rallentarne la velocità. La via ferrata è stata, dunque, tutta aperta; adesso si tratta di ricostruire da un lato la ferrovia e ci vogliono tre settimane, nello stesso tempo dobbiamo agire per impedire che la frana torni laddove c’era il tracciato ferroviario. Questo è un po’ più problematico, ma contiamo di farcela. Le ferrovie hanno fatto dei progressi notevoli, rimuovendo ben 70mila metri cubi di terreno. Ne restano su questo cantiere ancora 20mila. Un passo avanti sostanziale, così come ha fatto l’Anas. Anche lì la strada, a monte della ferrovia, richiederà più impegno e tempo per essere ripristinata, ma puntiamo a raggiungere l’obiettivo prima dell’estate. Poi c’è tutto il lavoro di drenaggio delle acque. La frana si muove su di un letto di un fiume e noi dobbiamo riuscire a bloccare questo fiume che favorisce il continuo scivolamento a valle di milioni di metri cubi di terra alla velocità di due metri, due metri e mezzo al giorno». Alle domande sulle dimissioni, Bertolaso reagisce stizzito. «Qui c’è una frana da affrontare e una comunicazione viaria e ferroviaria da ripristinare; sul resto parleremo nelle sedi opportune. Io confermo solo che sono tre le priorità da rispettare: la riapertura della ferrovia, la riapertura della strada e le risposte a tutte le esigenze delle realtà locali di Montaguto, Savignano e Comuni limitrofi. Per le dimissioni ho individuato un percorso preciso circa due anni fa, questo percorso si è solo rallentato a causa del terremoto in Abruzzo e di altre emergenze. Ad ogni modo spero di poter essere io a decidere quando andare via». Al Comune di Montaguto domani alle 10, il presidente dell’Alto Calore Servizi, ingegner Francesco Maselli, il componente del consiglio di amministrazione Marisa Raduazzo e i dirigenti della Società incontreranno i sindaci dell’area per discutere delle problematiche relative alla gestione del Servizio idrico. Una scelta - sottolinea Acs - che è la testimonianza della volontà di testimoniare la solidarietà nei confronti dell’amministrazione e dei cittadini di Montaguto per le vicende legate alla frana.