Guerriglia a Chiaiano contro la discarica
Cassonetti rivoltati lungo le strade e dati alle fiamme, alberi divelti, 9 bus sequestrati, sacchi di spazzatura sui binari del metrò, ronde dei guaglioni in motorino: torna la guerra contro la discarica. Chiaiano è già stata conquistata dai ragazzi incappucciati che girano con il volto coperto e le spranghe sotto i giubbini e orami è isolata. Scene già viste a Pianura. Scene che gravano come un incubo su una città dove finalmente sono ricomparsi i turisti. A mezzogiorno via Santa Maria a Cubito è tutta un susseguirsi di blocchi e barricate: gli automobilisti arrivati a duecento metri dalla rotonda che congiunge Chiaiano a Marano e Mugnano s’imbattono nello stop dei manifestanti e tornano indietro l’uno dopo l’altro. Poco più avanti vengono ribaltate due auto, un cineoperatore viene rincorso da un gruppo di ragazzi e si rifugia tra i poliziotti in assetto antisommossa. A qualche metro dalla rotonda è stato allestito un palco: il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, spiega il suo no alla discarica che si trova proprio al confine del suo territorio e annuncia il ricorso al Tar da parte dell’amministrazione che ha anche deciso di chiudere al traffico la strada che porta alla discarica. «Continueremo la nostra protesta pacifica - dice - senza cadere nelle provocazioni e rigettando ogni forma di violenza». Poi prendono la parola assessori e consiglieri comunali. C’è anche Carmine Malinconico, il presidente dell’ottava municipalità, quella che va da Chiaiano a Scampia. E i ragazzi del centro sociale Insurgentia. Nel pomeriggio ai proprietari della cava di via Cupa del Cane, viene consegnata l’ordinanza di occupazione del commissariato. Più tardi nel quartiere arriva il generale Gaetano Maruccia, comandante provinciale dei carabinieri. Vuole rendersi conto della situazione. La discarica sorgerà a ridosso di Poggio Vallesana, il regno dei Nuvoletta e alle spalle di Scampia, il supermercato della droga gestito dagli scissionisti. È facile temere che la protesta si trasformi in una prova di forza per la camorra. Il generale è andato via da pochi minuti quando un gruppo di vandali blocca due bus in via Guantai a Orsolone: i rivoltosi fanno scendere i passeggeri, sequestrano le chiavi dall’autista e usano la vettura per fermare il traffico. Stessa scena nei pressi del Monaldi. A fine giornata i bus sequestrati dai teppisti diventano nove. Il comunicato dell’Anm è un bollettino di guerra: «Tra le ore 15 e le 17 sono stati bloccati e liberati 6 mezzi (linee 165, 164, C64 e 178). Tra le 17 e le 17,30 sono stati sequestrati e liberati 2 bus della C44 e un bus della C41». E poi l’annuncio della sospensione delle corse nell’intera zona Nord: i bus si fermano al Cardarelli e resta chiusa anche la stazione della metropolitana collinare. I treni non transitano nella tratta compresa tra Colli Aminei e Piscinola: un gruppo di manifestanti riversa sacchi di spazzatura sui binari e chiude con i catenacci due delle quattro porte che regolano l’accesso alla stazione. Poi nuovi blocchi stradali in via Scaglione, via Rocco di Torre Padula via Toscanella. In serata la zona è paralizzata. Intanto nei pressi della discarica si tiene una nuova assemblea e poi parte un corteo con trecento manifestanti. Oggi nuovo incontro a cui parteciperanno i comitati di protesta di tutta la regione. Una regione che continua a essere piena di spazzatura. Ieri in strada a Napoli c’erano 1400 tonnellate di immondizia, in Campania 30 mila. A Somma Vesuviana è sceso in strada un gruppo di madri che protestava per la presenza di cumuli di rifiuti nei pressi delle scuole e ha dato fuoco alla spazzatura. E un incendio è stato appiccato nel sito di trasferenza di Sala Consilina.