Montaguto

L'accusa: Caldoro è assente

L'ex sindaco Zecchino sollecita la visita del neogovernatore di fronte alla grave emergenza
9 maggio 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Montaguto. Chi entra nel cantiere dove sono in azione i mezzi delle ferrovie e delle imprese convenzionate col precedente commissario straordinario De Biase, non può che rilevare, forse con sorpresa, come la massicciata invasa dal fango il 9 marzo scorso sia ormai libera. Sembrerebbe possibile rifare subito anche il tratto ferroviario, compresa la linea aerea smontata per oltre cento metri, in modo da consentire la ripresa dei collegamenti sulla Roma-Lecce in tempi rapidi. La verità è un’altra. Per allontanare del tutto la frana e inchiodarla al di là della bretella della statale 90 delle Puglie, armare la massicciata, sistemare i binari e riottenere le autorizzazioni sulla sicurezza, non basta più un mese. È convinzione collettiva che il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Giuseppe Valotto, abbia parlato, in assenza di Bertolaso, per confermare una verità piuttosto scomoda. Lo slittamento dei tempi sull'ultimazione dei lavori di emergenza non dipende dalle maestranze e dai militari che lavorano, a pieno regime, giorno e notte, ma dalle ultime precipitazioni piovose e soprattutto dalla difficoltà di governare una frana giudicata dagli esperti come imprevedibile. Basta considerare che mentre un mese fa sembrava più drammatica la situazione nei pressi della statale 90 delle Puglie e della bretella al km 43, adesso a destare preoccupazione è il movimento franoso che si avvicina al bivio di Montaguto e alle abitazioni dei coniugi Perazzo, che hanno già visto sommersi dal fango alcuni depositi. Subito dopo c’è il Cervaro. Il sindaco di Greci, Bartolomeo Zoccano, invita la comunità scientifica nazionale a fare sistema e interrogarsi sui rimedi concreti per arginare la frana. «I geologi che sono venuti qui - sostiene - hanno evidenziato errori e necessità di nuovi interventi. Forse non è stata neanche compresa la vera entità del fenomeno. Non si perda altro tempo. Non si può vivere nell’incertezza». Un richiamo severo ai politici fa, invece, l'ex sindaco di Montaguto, Marcello Zecchino. «È sconcertante - afferma in una nota - che in quattro anni il presidente Bassolino non si sia mai degnato di venire a Montaguto. È sorprendente, però, che anche il suo successore, il presidente Caldoro, dopo due mesi dall’interruzione ferroviaria che ha diviso l’Italia in due, non sia ancora venuto per rendersi conto della gravità della situazione in cui versa il territorio della valle del Cervaro. Le istituzioni pugliesi, loro sì, hanno saputo dare una grande prova di solidarietà al territorio. Specie con la visita del governatore Vendola. Il presidente Caldoro ha il dovere di venire in questi luoghi, subito, per vedere le reali proporzioni dell’emergenza, ma soprattutto per fare in modo che non si ripetano gli errori del passato». Antonio Membrino, che conosce a fondo la frana, spera di poter al più presto ricevere dal sottosegretario Bertolaso una risposta al dossier consegnato in occasione della sua venuta a Montaguto. «In quelle carte e in quei cd - sostiene - c’è quanto basta per capire che gli interventi al piede della frana rischiano di essere vanificati. Perché non discutere su ipotesi progettuali nuove?». Ma questo non sembra proprio argomento in agenda. Si lavora per ridurre il livello del lago, drenare le acque all'interno della frana, realizzare più terrazze verso il piede della frana e ripristinare la ferrovia. Per il progetto della messa in sicurezza dell'area probabilmente non c'è ancora un orientamento preciso.

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