Melito

Caseificio scaricava le acque reflue nelle fognature

Il Noe ha fatto scattare i sigilli agli impianti di produzione
Finisce nei guai la titolare
7 maggio 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino

Melito. Scarichi di acque reflue industriali nella rete fognaria, ma spesso, secondo i residenti, anche odori nauseabondi a valle. Scatta il sequestro preventivo agli impianti di produzione di un noto caseificio situato all'ingresso del comune di Melito. Ad eseguire la disposizione, al termine di un blitz, i carabinieri del Noe di Salerno, coordinati dal capitano Giuseppe Ambrosone, unitamente ai militi della stazione di Grottaminarda e dell'aliquota della polizia giudiziaria presso la Procura di Ariano Irpino. Nel corso dell'operazione la titolare dell'azienda artigianale, C. A., una cinquantenne, è stata denunciata. Non si sarebbe mai preoccupata di evitare di far defluire nella fognatura le acque reflue industriali che presentavano valori superiori a quelli limite fissati per legge. Né avrebbe mai avviato la procedura tecnica e amministrativa per impiantare, all'interno dell'immobile, i sistemi di depurazione e di trasformazione delle acque previsti per legge, nel caso di aziende dedite alla trasformazione del latte. Non sarebbe , inoltre, la prima volta che al titolare del caseificio viene contestata l'infrazione nello scarico delle acque reflue. Qualche anno fa, a seguito delle lamentele di alcuni residenti nella zona situata a valle, nei pressi della SS 90 delle Puglie, la Procura avviò una prima indagine. Questa volta il sopralluogo nell'azienda ha consentito anche in esito agli accertamenti svolti dal consulente tecnico incaricato dalla Procura, l'emissione del provvedimento di apposizione dei sigilli agli impianti per la produzione di derivati del latte. In effetti, il Gip presso il Tribunale di Ariano, Gelsomina Palmieri, ha accolto la richiesta del pm De Stefano, al fine di non consentire ulteriormente la reiterazione del reato, disponendo il sequestro preventivo degli impianti. Solo così la titolare del caseificio, se intende continuare nella sua attività, sarà costretta a mettersi in regola e a rispettare la normativa ambientale. L'indagine avviata mira , ovviamente, ad accertare anche la regolarità dei rapporti dei dipendenti. Per la Procura arianese il ricorso ai Noe di Salerno sta a testimoniare la volontà di perseguire con tenacia qualsiasi reato ambientale sul territorio.

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