"Qui nessun deposito di scorie"
Sessa Aurunca. «Nella centrale di Sessa non sorgerà il deposito nazionale di scorie nucleari». Lo ha detto ieri mattina il presidente della Provincia, Domenico Zinzi, a margine di una visita all’impianto del Garigliano, accompagnato da Francesco Mazzuca, commissario di Governo di Sogin (la società che gestisce gli impianti nucleari in Italia), dal direttore Severino Alfieri e da tutti i dirigenti della centrale. Zinzi ha definito «molto utile» la visita, in quanto ha contribuito a fare luce su diversi punti da mesi all’attenzione dell’opinione pubblica, in particolare che «la conformazione idrogeomorfologica e l’estensione del sito del Garigliano non rendono possibile né l’installazione di un nuovo impianto nucleare, né la collocazione del deposito nazionale». Le dichiarazioni del presidente dell’amministrazione provicniale smentiscono di fatto quelle dei Verdi e di diverse associazioni presenti in provincia che hanno ripetutamente denunciato la (presunta) nascita di un deposito nazionale di scorie nucleari nella centrale del Garigliano. Dunque, nessuna battuta di arresto nel percorso di smantellamento, la cui conclusione è prevista per il 2019. Lo scorso dicembre, il ministero per lo Sviluppo economico ha reso pubblico il decreto di compatibilità ambientale (Via) per il progetto di «attività di decommissioning - disattivazione accelerata per il rilascio incondizionato del sito». Si tratta, in realtà, del penultimo passaggio dell’iter normativo prima del decreto di disattivazione finale dell’impianto. Eppure, da quando si è tornati a parlare di nucleare in Italia, tra i residenti si è diffuso il timore che si faccia un passo indietro e che la centrale del Garigliano possa essere in qualche modo riutilizzata. Timori infondati, a quanto pare, anche perché, secondo quanto riferisce la Sogin, è già in corso lo smantellamento delle apparecchiature convenzionali nell’edificio turbina, mentre la sfera della centrale, dove si trova il reattore, è stata isolata dal resto dell’impianto ed è stato smantellato il sistema di movimentazione del combustibile. Il serbatoio, che conteneva l’acqua della piscina del reattore, è stato demolito, mentre il combustibile della centrale è stato trasferito in parte in Inghilterra per il riprocessamento e in parte al deposito Avogadro di Saluggia, da dove sarà trasferito in Francia per il riprocessamento. Attualmente, è in corso la ristrutturazione di un edificio che ospitava l’impianto diesel d’emergenza e la costruzione di un deposito per stoccare in maggior sicurezza i rifiuti per garantire una maggiore sicurezza in vista del trasferimento al deposito nazionale. Ieri si è discusso, ancora una volta, di riutilizzare il sito, una volta completato il processo di decommissioning, come centro di ricerca. Prospettiva, questa, che ha incontrato il favore di Zinzi che ne ha sottolineato l’importanza «per lo sviluppo del territorio di Sessa Aurunca e dell’intera provincia», ma che appare ancora lontana.