Terzigno: gli europarlamentari trovano i rifiuti tossici
Per primi sono arrivati i cittadini. Gian dalla mattina gli abitanti dei paesi Vesuviani sono saliti di nuovo di fronte alla discarica di località Pozzelle, a Terzigno, ad attendere i parlamentari della commissione petizioni del Parlamento Europeo, al loro secondo giorno di missione investigativa in Campania.
Judith A.Merkies, Peter Jahr, Margarete Auken, Erminia Mazzoni, Crescenzio Rivellini, Andrea Cozzolino e Vincenzo Iovine sono gli euro-deputati incaricati di constatare ed eventualmente confermare le accuse fatte dai cittadini campani, che hanno denunciato le innumerevoli irregolarità e i gravi rischi per la salute che la “fine” dell'emergenza rifiuti ha lasciato come ferite aperte sulla loro terra.
Terzigno è uno dei luoghi più simbolici della devastazione in atto in quelle terre: situata nel parco nazionale del Vesuvio, proprio sulle pendici della montagna, esala il suo odore nauseante nel mezzo delle vigne del Lacrima Christi, ed è diventato la casa di grandi stormi di gabbiani, affamati dei rifiuti dell'uomo.
I Parlamentari vengono accolti in una spoglia piazza di cemento, a cento metri dal cratere della discarica. A fare da cicerone c'è Giovanni Perillo, direttore tecnico della società provinciale di gestione rifiuti.
Le domande della commissione sono molte, stimolate dai documenti consegnati dai cittadini ai delegati: che tipo di rifiuti arrivano in questa discarica? Come viene controllata la sicurezza delle acque e terreni circostanti?
“Qui arrivano rifiuti solidi urbani, e rifiuti vagliati dagli impianti di produzione STIR (Ex CDR, combustibile derivato da rifiuti, che è stato rinominato una volta dimostrato non a norma ndr)” spiega tranquillamente Perillo. “ma mai rifiuti industriali. Il rifiuto urbano viene scaricato in questa piazza e vagliato prima di essere conferito in discarica”
“Restano due domande” incalza Judith A. Merkies, capo della delegazione, “come vagliate i rifiuti? Come separate il materiale tossico?”
“La separazione viene fatta qui” asserisce Perillo, “a vista.”
Appena i traduttori della commissione finiscono quest'ultima frase l'incredulità si dipinge sul volto dei parlamentari. “Come fate a vedere i materiali tossici?” chiede la Merkies, subito prima di scendere fra le ruspe al lavoro, per osservare con i suoi occhi.
I delegati sono vestiti per una passeggiata urbana, una di loro porta addirittura i sandali, sorpresa dalla giornata quasi estiva, eppure nessuno esita ad inoltrarsi in mezzo a quel tanfo opprimente. Scavano di persona, con le mani, fra i rifiuti più recenti. Ad un certo punto Judith Merkies solleva un fusto vuoto di plastica, sul fianco ci sono chiari simboli che lo denotano come contenente materiale corrosivo e tossico. Vengono ritrovate bottiglie di oli lubrificanti, fili elettrici, tutti materiali che non corrispondono affatto a quelli che Perillo aveva appena indicato, e fanno riflettere sulla qualità della gestione di quel sito.
A solo cento metri da questa discarica, si trova la gigantesca cava Vitiello, già designata come prossima discarica della Campania. Il pensiero di vedere anche questa riempita di rifiuti, mentre tutti hanno ancora in mente l'immagine di quella già quasi piena è spaventoso.
Eppure lo stesso Cozzolino solo il giorno prima, aveva detto che senza la cava Vitiello rimane solo un anno di autonomia per smaltire i rifiuti, e sarà di nuovo emergenza.