Caserta Lo Uttaro, la beffa della bonifica mai finanziata
È incandescente il clima tra Comune di Caserta e Commissariato straordinario. L’ipotesi che la città possa essere inserita nella lista degli enti da commissariare per inadempienza nella raccolta e gestione dei rifiuti rappresenta l’ultimo capitolo di una diatriba che si trascina da quasi tre anni. Da quando, cioè, nel novembre del 2006, l’amministrazione Petteruti accettò di firmare - di concerto con la Provincia di Caserta e il Commissariato straordinario - il protocollo per la riapertura della discarica di Lo Uttaro per garantire il superamento della fase più critica dell’emergenza rifiuti. Intesa con la quale il Comune si impegnò a ospitare i rifiuti di Caserta e non solo in cambio di un intervento di bonifica, che non è mai stato effettuato, e di un indennizzo che l’Ente ancora attende di incassare. Stando a quanto stabilito dall’accordo quadro sulle compensazioni ambientali, il Comune di Caserta avrebbe dovuto avere circa 18 milioni di euro a titolo di risarcimento danni per aver ospitato la discarica nel sito Lo Uttaro (un finanziamento a destinazione vincolata per la realizzazione di opere pubbliche). In più, ministero dell’Ambiente e Commissariato straordinario avrebbero dovuto farsi totalmente carico della bonifica e della messa in sicurezza di tutta la zona (che comprende una discarica, un sito di trasferenza e un’area di stoccaggio) oltre che della completa rimozione dei rifiuti ancora ammassati nel comprensorio. Invece, a seguito dei drastici tagli operati dal Governo, il Comune è stato costretto ad accontentarsi di un importo di appena dieci milioni di euro, che tra l’altro verrà erogato nell’arco di quattro anni, da destinare esclusivamente alla bonifica. Un importo insufficiente, secondo i tecnici, a risanare l’intero distretto de Lo Uttaro e che di fatto viene sottratto alle opere pubbliche inizialmente programmate. Tra queste il recupero delle cave di San Leucio, una quota per il restyling del Macrico, la realizzazione di verde pubblico attrezzato a Casolla, il completamento dell’ex caserma Sacchi e del chiostro di Sant’Agostino. Taglio che fece gridare allo scandalo e che spinse per l’ennesima volta il Comune di Caserta ad accusare il Commissariato di inadempienza. A questa lunga sequenza di eventi, che nel corso degli anni hanno alimentato tensioni e malumori, si aggiunge ora il capitolo legato al rischio di commissariamento dell’Ente per mancato rispetto delle norme in materia di ambiente e gestione rifiuti. Un’accusa che il presidente del consiglio comunale ed esponente del Pd, Arturo Di Palo, rispedisce al mittente: «Non so da quali documentazioni attinga le sue informazioni il sottosegretario Guido Bertolaso ma deve trattarsi sicuramente di vecchie relazioni, superate dal tempo e dai fatti». E con l’amministrazione Petteruti si schiera anche il centrodestra: «Non credo sussistano i presupposti per chiedere lo scioglimento del Comune - dichiara Nello Spirito del Pdl - la situazione a Caserta è di gran lunga migliore di tanti Comuni del Napoletano».