Si allunga la lista nera, c’è anche Casserta
Non è ancora arrivato alla firma del presidente della Repubblica il decreto che sancisce la fine dell’emergenza rifiuti in Campania. In queste ore, infatti, si lavora freneticamente per assicurare la copertura finanziaria agli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori dei consori di bacino. Con un’assicurazione che parte dagli uomini di Bertolaso: nessuno resterà senza stipendio. Contemporaneamente la struttura del sottosegretario sta lavorando a una seconda black list dei Comuni inadempienti nella raccolta della spazzatura: le amministrazioni potrebbero essere commissariate. Un elenco che dovrebbe comprendere anche Caserta, mentre resta in bilico la posizione di Napoli. Nei giorni scorsi dieci squadre hanno setacciato la città e soprattutto la periferia dopodiché è partita una diffida al Comune di Napoli che in queste ore sta cercando di rimuovere i rifiuti dalle zone indicate. I risultati si vedranno nei prossimi giorni. Intanto si aspetta la decisione del ministro Maroni sul primo elenco inviato da Bertolaso. Ieri si è dimesso per protesta Francesco Nuzzo, il sindaco di Castelvolturno, uno dei Comuni a rischio scioglimento. E mentre il decreto sta per andare alla firma del presidente della Repubbica, cresce la tensione tra i lavoratori dei consorzi di bacino preoccupati da quello che succederà dopo il 31 dicembre. Sarebbero circa 500 i dipendenti in esubero del cosiddetto consorzione, quello che raggruppa Napoli e Caserta. Ma si tratta di cifre da verificare. Tutto il personale passerà alle società provinciali che dovranno preparare il piano industriale. Su questa base saranno poi conteggiati gli esuberi. Due i paletti posti dal sottosegretario. Il primo: la tassa dei rifiuti pagata dai cittadini della Campania dovrà essere nella media nazionale. E poiché le società provinciali saranno finanziate con le imposte dei residenti, non saranno ammessi sprechi. Il secondo: nessun lavoratore sarà messo in strada. Si pensa dunque a percorsi di mobilità che si muoveranno tutti all'interno della legge finanziaria del 2008. Si punterà soprattutto all'accompagnamento alle pensioni, alla riqualificazione professionale e al sostegno al reddito. Soluzioni che non piacciono ai dipendenti dei consorzi. Tanto che dal sindacato Azzurro è in partenza un appello al presidente della Repubblica. I rappresentanti dei lavoratori, puntavano, infatti, a una deroga al patto di stabilità che permettesse agli enti locali di assorbire tutti gli esuberi. Soluzione non condivisa dai ministri. Il decreto punta anche a recuperare risorse tagliando i trasferimenti erariali ai Comuni inadempienti. Sono 330 i milioni di euro che la struttura del sottosegretario deve incassare dalle amministrazioni locali. Soldi che serviranno poi a pagare i creditori. Sarà la struttura stralcio a compilare un elenco partendo dalle aziende che dovranno a loro volta versare i contributi ai dipendenti. Saranno poi saldati i debiti più antichi fino alla fine delle disponibilità di cassa. E fino alla fine del 2011 non saranno possibili ricorsi all'autorità giudiziaria. Contemporaneamente dovrebbero decollare le società provinciali che saranno inizialmente finanziati con 1,5 euro per ogni residente. Poi dovranno rimanere in vita grazie alle tasse pagate dai cittadini. I Comuni saranno tenuti a passare alle province l’anagrafe aggiornata dei contribuenti, se non lo faranno scatterà il commissario ad acta nominato dal prefetto. Alle province spetterà la gestione degli impianti. Ma non quella dei tritovagliatori di Giugliano e di Tufino che toccherà all'Asia e del termovalorizzatore di Acerra che andrà alla A2A. La società bresciana subentrerà entro il 15 gennaio, quando sarà terminato il collaudo. Ma dovrà corrispondere un canone di locazione di due milioni e mezzo all'anno alla Fibe che detiene la proprietà dell'impianto. Soldi che verranno poi detratti dai 370 milioni che andranno all'azienda del gruppo Impregilo al momento della vendita: potranno diventare proprietari gli enti pubblici, ma anche le società private.