RIFIUTI, Campania ancora ferma in mezzo al guado
Tre giorni per monitorare la situazione rifiuti in Campania e ieri, al termine dell'ispezione, l'europarlamentare socialista olandese Judith Merkies, capo delegazione della Commissione petizioni del Parlamento europeo ritorna a Bruxelles con molti dubbi: la regione non è davvero uscita dall'emergenza e dal caos connesso allo smaltimento della spazzatura.
La visita in Campania aveva lo scopo di indagare e valutare quanto presentato nelle 18 petizioni giunte in sede europea da parte di altrettanti comitati cittadini e quindi constatare «se le autorità italiane abbiano finalmente attuato un ciclo dei rifiuti conforme alle normative europee» ha spiegato la Merkies, Non è una questione di forma: contro l'Italia, a causa dell emergenza rifiuti in Campania, l'Unione Europea aveva avviato una procedura d'infrazione conclusasi con la condanna decisa dalla Corte di giustizia europea con il conseguente blocco di 500 milioni di euro di fondi Ue, di cui 300 milioni della gestione 2007- 2013 e 200 milioni della gestione precedente. Il piano anticrisi del decreto del maggio 2008 e attuato dal sottosegretariato all'emergenza rifiuti prevede un'altra discarica da 3 milioni di metri cubi a Terzigno, nel Parco nazionale del Vesuvio, «E inaccettabile» ha commentato la Merldes, che sollecitata dai rappresentanti dei comitati, ha espresso la sua «preoccupazione: non ho ottenuto alcuna certezza rispetto all'apertura della seconda discarica e mi sarebbe piaciuto perché non è possibile accettare che una discarica venga aperta in un Parco nazionale protetto dall'Unesco e ritengo ha aggiunto che quella già aperta dovrebbe essere chiusa quanto prima; ma anche su questo non ho avuto certezze».
Gli esiti della visita si conosceranno a giugno quando le conclusioni definitive saranno prese dal Parlamento europeo. Judith Merkies ha comunque preso atto del «cambiamento dell'atmosfera politica che aiuterà a produrre quella svolta necessaria», ma ha pure affermato «di aver constatato come siano legittime le preoccupazioni dei cittadini circa l'assenza di un ciclo dei rifiuti». Le impressioni riportate al termine dell'ispezione nei siti di Chiaiano, Taverna del Re, Ferrandelle, l'impianto Acerra, Terzigno e Basso dell'Olmo, nel Comune di Serre, sono che in Campania «manca un ciclo integrato e che non viene rispettata la gerarchia dei rifiuti perché si utilizzano - ha spiegato Merkies - soltanto discariche e termovalorizzatori senza passare per i processi che riducono i rifiuti, che favoriscono la loro selezione e il riciclaggio. Resta la preoccupazione per cui le deroghe vengano protratte all'infinito; finita l'emergenza, le norme ambientali devono essere rispettate». Tra le note dolenti anche «l'assenza di dialogo tra i cittadini e le autorità« e «la mancanza di trasparenza: non c'è accesso alle discariche per l'opinione pubblica e per chi volesse verificare i dati».