Terzigno, dubbi Ue sulla discarica
TERZIGNO. Poco teneri con l'Italia. Sembra essere questa la missione degli europarlamentari stranieri arrivati in Campania per indagare sulle petizioni in materia di rifiuti giunte negli ultimi anni a Bruxelles. Uno scenario che è emerso dalla visita nell'invaso di Terzigno di ieri mattina, dove gli esponenti Ue presenti alle falde del Vesuvio hanno cercato in tutti i modi di svilire un impianto che è stato utile al territorio partenopeo per eliminare finalmente i sacchetti dalle strade di Napoli e provincia. A fare la parte del leone, sotto questo aspetto, è stata infatti la capodelegazione dell'apposita commissione continentale, l'olandese Judith Merkies, che dopo aver provato in ogni modo a mettere in difficoltà, tra l'altro senza riuscirci, i tecnici della Protezione Civile, si è rimboccata le maniche cercando il pelo nell'uovo nel bel mezzo degli scarti conservati a cava Sari. Un'ispezione in cui è andata davvero a fondo, scavando a mani nude tra il terreno per raccogliere prima uno pneumatico usato e poi una tanica che conteneva sostanze solventi. Una strenua ricerca che ha ottenuto soltanto questi due risultati, ma tanto basta agli occhi delle comunità locali per acuire la loro sindrome di Nimby . L'europarlamentare dei Paesi Bassi, in tal senso, è apparsa quasi soddisfatta di quanto rinvenuto tra le tonnellate di rifiuti già depositate nel Comune ai piedi del vulcano, mostrando il contenitore di plastica con fierezza verso telecamere e macchine fotografiche. Prima ci aveva anche provato con una corda tirata fuori tra i cumuli tritovagliati, ma si è immediatamente accorta che non si trattava altro che di una semplice fune adoperata per legare appunto i rifiuti lavorati all'interno degli Stir provinciali. Ed a rincarare la dose sul panorama ad ogni modo tutt'altro che terrificante di Terzigno ci ha pensato anche il membro tedesco, Peter Jahr, che supportato dal proprio interprete ha riferito: «Mi sembra che non ci sia nulla di buono, dopo questa visita dovremo valutare attentamente». Frasi che si abbattono quasi come una mannaia sull'Italia, dunque, dove la situazione della Campania continua a produrre scontri a livello Ue a cui non andavano bene le buste di spazzatura sparse per le città, così come oggi pare non gradire discariche efficaci e funzionanti e dove se vecchie ruote e taniche di plastica finiscono sporadicamente tra gli scarti, è perché qualcuno le ha gettate nei cassonetti del solido urbano anziché smaltirli con le procedure speciali. I controlli dei militari, infatti, possono individuare le sostanze radioattive contenute nei carichi, come più volte avvenuto, mentre per il resto è necessaria la collaborazione dei cittadini. Ma il lavoro ai fianchi della Merkies è durato davvero a lungo anche nel corso del colloquio con l'esperto della Protezione Civile, Giovanni Pirillo, che ha garantito: «Qui si sversa una parte di indifferenziato ed il restante di tritovagliato» e, replicando alla europarlamentare olandese ha aggiunto: «Di certo non ci sono le ceneri del termovalorizzatore di Acerra che vanno a Brescia». Ad ogni modo, non contenta, l'olandese ha continuato: «Siamo in un parco nazionale e solo gravi condizioni possono giustificare una scelta simile».