Gestione rifiuti, Camigliano dice no
qui una gestione modello
CAMIGLIANO. Un vero e proprio paradosso. In tempi in cui si parla di attaccamento alle poltrone, la storia del sindaco di Camigliano Vincenzo Cenname, che pur di non scendere a compromessi nella gestione dei rifiuti, rischia lo scioglimento del Consiglio comunale, appare quasi anacronistica. Eppure la situazione è chiara: se non saranno consegnati gli archivi di Tia e Tarsu, per il passaggio del servizio integrato della raccolta dei rifiuti alla società provinciale, il Comune dell’agro caleno sarà commissariato. La Prefettura di Caserta ha diffidato il sindaco a consegnare i dati, ma Cenname non intende cedere, sottolineando che la sua è una «battaglia contro una legge che in un colpo solo riuscirà a peggiorare il servizio e a far aumentare notevolmente le tariffe». Il primo cittadino, ingegnere ambientale entrato a pieno titolo nell’associazione nazionale dei comuni virtuosi per le politiche sostenibili attuate finora, ha le idee chiare. «Gestendo il servizio con le risorse comunali- dice Cenname - abbiamo finora tutelato i cittadini anche nelle piene fasi emergenziali e, se adesso ci verrà tolta la possibilità di continuare a difendere i diritti della popolazione, allora non vedo che senso abbia continuare ad amministrare». A Camigliano, con la gestione autonoma della raccolta, da quattro anni la Tarsu non subisce aumenti e per di più tutte le spettanze sono state liquidate. «Non ritengo giusto – si sfoga Cenname - che si imponga un cambiamento totalmente negativo a uno dei pochi comuni della provincia dove il servizio è stato svolto con efficienza». E di qui il pensiero ai numerosi enti locali del Casertano che invece sono inadempienti e indebitati con i consorzi di raccolta dei rifiuti. «È fin troppo chiaro - osserva il sindaco - che le amministrazioni incapaci di assolvere al proprio dovere, troveranno un alibi in questa legge mascherando così la propria inettitudine, ma - aggiunge - per chi invece ha lavorato con senso di responsabilità, si tratta di un vero e proprio sopruso». Sono in tanti a condividere la posizione del sindaco, in sostegno del quale sono scesi in campo i cittadini camiglianesi, già organizzati in comitati. A livello provinciale la scelta del giovane sindaco, appoggiato nella decisione di non fare dietro front da tutta la sua maggioranza, sta facendo discutere. Appare assurdo infatti che, mentre si assiste allo scioglimento dei Consigli comunali per gravi inadempienze amministrative, per irreversibili crisi politiche o per condizionamenti camorristici, Camigliano possa entrare nell’elenco dei Comuni commissariati. Ma del resto la Prefettura deve garantire l’attuazione delle leggi. «Il nostro ruolo - precisa il viceprefetto di Caserta Franco Provolo - è quello di vigilare sul rispetto alla normativa». Cenname ritiene che la legge definita «criminogena perché creerà un altro carrozzone appetibile per la camorra» sia incostituzionale. E dinanzi a quanto sta accadendo, il sindaco, già noto per le recenti battaglie contro l’affidamento del servizio di gestione della rete idrica ad una società privata, si chiede dove sia andata a finire la politica. «È mai possibile - si interroga- che di fronte a evidenze gravissime per il territorio, i consiglieri regionali e i deputati tacciano?». Cenname invece non ha alcuna intenzione di restare in silenzio, anche a costo di vedersi prima sostituto da un commissario ad acta per la consegna degli archivi e poi di essere rimosso dal suo incarico. «È arrivata l’ora - conclude Cenname - di una vera e propria forma di obiezione nell’azione amministrativa».