I Commissari ue: "Discariche, che disastro"
SERRE. Judith Merkeis, con un fiore di sulla tra le mani, osserva Valle della Masseria. Sconsolata. Il capo della delegazione dei commissari Ue (socialdemocratica, 43 anni, bionda che l’altro giorno ha arringato i manifestanti a Napoli montando su un tavolo) ha concluso ieri il tour degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti in Campania. «Qui hanno rischiato di avere una discarica venti volte più grande di Basso dell’Olmo». Tra i campi di foraggio degli Alburni i commissari europei si incamminano con scarpe da trekking. Ma non è mountain walking. Quando arrivano alla discarica di Campagna la commissaria danese Margarete Auken, eletta con i Verdi, sbotta: «It’s a disaster! È assurdo tutto questo». Eppure i tecnici della Provincia con l’amministratore della società unica provinciale De Santis, mostrano orgogliosi il sistema messo a punto per ricavare biogas dai rifiuti e mantenere sotto controllo la montagna di immondizia stipata sotto i teli. Quello che appare il migliore degli impianti in funzione oggi in provincia, agli occhi di chi ha esperienza di queste cose è un mezzo disastro. La visita in provincia di Salerno della commissione petizioni del Parlamento europeo era stata sollecitata proprio dai comitati di Serre e Campagna, capitanati da Monica Sepe e Vincenzo Marmora. «Hanno visto che tra Serre e Campagna ci sono discariche, ecoballe a Persano e un sito, come quello di Valle della Masseria, che non è mai uscito dall’elenco di Bertolaso delle possibili località da utilizzare come discarica regionale», dice Sepe che era stata Bruxelles per invitare i commissari sulla scorta delle analisi svolte dal geologo della Federico II Franco Ortolani, uno degli illustri volontari che presidiano il territorio. I commissari guardano l’incontaminata Valle e si scandalizzano al solo pensiero che questo paradiso naturale possa essere destinato a mega-discarica. «Tuttavia, l’avessero fatto - osserva l’europarlamentare Andrea Cozzolino - avremmo evitato dieci discariche in giro per la Campania. Ammetto però che abbiamo perso le elezioni su questo problema». Tutti concordano che il futuro potrebbe riservare una nuova emergenza. I comitati accusano la Provincia. «Non ha ancora individuato un sito provinciale, quindi a Roma hanno mano libera: posso utilizzare, non essendoci alternative, Valle della Masseria». I commissari europei, che dovranno presentare un report al parlamento, non smettono di decantare il territorio e aprono le braccia: «È molto difficile capire chi deve fare cosa in questa regione», dice la Auken. Che aggiunge: «Quel che sappiamo è che vincoli paesaggistici e qualità del territorio vanno rispettati. Non c’è un’altra Campania, dobbiamo salvaguardare questa». Parole che raramente si sentono dai politici della Campania. In mattina a Terzigno il capo della delegazione aveva continuato a sottolineare le incongruenze negli impianti: a chi spiegava che i rifiuti erano perfettamente differenziati, ha mostrato un recipiente di materiale tossico e un pezzo di copertone che essa stessa aveva dissotterrato. E così ha continuato a fare per tutta al giornata («L’emergenza in Italia supera tutte le leggi? Incredible»). Ha preteso che fossero presenti i giornalisti e ha incontrato i comitati. Anche quelli dei lavoratori delle cooperative che a Serre hanno presidiato l’ingresso dell’impianto. Gli operai contestavano la mancata attivazione dei programmi per la bonifica con cartelli colorati: «Cirielli, caccia i soldi». Lei si faceva tradurre il dialetto. Il viaggio in Italia sarà decisivo per sbloccare una cifra tra i trecento e i cinquecento milioni di euro destinata al completamento del ciclo dei rifiuti. «Il report servirà al parlamento per verificare a che punto è il lavoro in Campania - dice la parlamentare Erminia Mazzoni che a capo della commissione petizioni e ha sollecitato il viaggio - ci sono situazioni difficili ma sappiamo anche che non possiamo certo fermarci». «Credo che quei soldi siano indispensabili per realizzare impianti per il compostaggio ma anche evitare che si allaghino impianti come Terzigno che sono nel parco del Vesuvio», aggiunge Andrea Cozzolino.