Holding dei veleni, nuovi sviluppi
Gli accusati si difendono
Solofra. Blitz anti inquinamento, il Gip del tribunale di Napoli fissa la data degli interrogatori a carico dei sei arrestati (coinvolti due solofrani, uno ai domiciliari e l’altro all’obbligo di dimora). È il nuovo capitolo dell’inchiesta giudiziaria coordinata dal Procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara (uno dei 22 aspiranti al posto di Procuratore di Avellino) che ha registrato due giorni fa la clamorosa svolta, con l’ipotesi di reato - a carico di quarantanove indagati - del reato di illecito smaltimento di rifiuti speciali. Nell’elenco stilato dalla procura partenopea figurano anche imprenditori solofrani, alcuni dei quali titolari di aziende conciarie, che avrebbero preso parte al traffico illegale allo scopo di abbattere i costi di smaltimento dei residui delle lavorazioni. Due gli imprenditori locali raggiunti da misure cautelari. Il primo, Michele Vietri, assistito dall’avvocato Silvestro Longobardi, si professa innocente e confida nella revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il legale difensore si mostra ottimista sull’esito dell’istanza di remissione in libertà che sarà presentata dopo l’interrogatorio. Anche la posizione di Giovanni Pastore, trentacinquenne solofrano residente a Montoro Inferiore, appare destinata al ridimensionamento. Ne è convinto l’avvocato Alberico Villani, che ha presentato al Tribunale del Riesame la richiesta di annullamento della misura coercitiva dell’obbligo di dimora emessa a carico del suo assistito. L’operazione dei Noe di Salerno, che ha interessato anche le province di Napoli e Benevento, ha investito in particolare sei aziende del polo conciario di Solofra. Il comandante dei carabinieri di Solofra, maresciallo Friscuolo, ha sviluppato un’indagine intrapresa due anni fa e che promette nuovi sviluppi sul piano dello smaltimento anomalo di rifiuti industriali. Il responsabile dell’Arma locale è intenzionato ad andare fino in fondo e ad accertare la dimensione del fenomeno. Le sei aziende accusate di essere al centro del traffico illecito di smaltimento continuano le produzioni grazie al provvedimento assunto dalla magistratura, che ha previsto il sequestro preventivo, con la sospensione dei poteri gestionali esercitati dai titolari. L’accaduto crea preoccupazione nel distretto industriale. C’è chi teme contraccolpi negativi sul piano dell’immagine dell’area conciaria. «Stiamo seguendo con attenzione l’intera vicenda - commenta il vice sindaco Antonio De Vita, delegato alle attività produttive-. Innanzitutto siamo in attesa di capire quali sono le posizioni degli imprenditori coinvolti e se c’è concreta responsabilità diretta. Non è da escludere che siano vittime inconsapevoli e superficiali di una rete di trasporto dei rifiuti speciali. La preoccupazione, poi, è per tutti quegli imprenditori che tra mille difficoltà operano nel rispetto delle regole, restando competitive sul mercato. Attendiamo con serenità che la legge faccia il suo percorso. Dispiace, è chiaro, che in questa fase alcune imprese locali risultino implicate. È nostro l’auspicio che determinati atteggiamenti non macchino le aziende che operano anche nel rispetto dell’ambiente, contrastando l’inquinamento ambientale». Anche ieri si sono rincorsi i commenti della comunità locale sull’accaduto. Sono in molti a ritenere che i due imprenditori raggiunti da misure cautelari siano estranei alle contestazioni. L’impressione è che le loro posizioni risulteranno alleggerite dopo gli interrogatori di garanzia. Entro pochi giorni sono attesi sviluppi positivi.