L’operazione Folena

Nei campi i rifiuti speciali dei conservieri

Il traffico criminale e i sei arresti, da domani i primi interrogatori
28 aprile 2010 - Salvatore De Napoli
Fonte: Il Mattino Salerno

Pagani. Inizieranno domani mattina gli interrogatori dei due principali indagati dell'operazione "Folena" che ha sgominato una presunta associazione per delinquere finalizzata alla raccolta e allo smaltimento illecito dei rifiuti. Il gip interrogherà Alfonso Russo, 43 anni di Nocera Superiore, della ditta di autotrasporti nella sua città, considerato il «dominus assoluto» della gang e l'altro promotore del associazione che, come Russo, è finito in carcere, Attilio Marrazzo (del 26 agosto 1961) di Sant'Egidio del Monte Albino, gestore di fatto della "Torretta Cave di Marrazzo Francesco & C. snc.", con sede operativa in via Amalfitana a Pagani. E' impressionante ciò che i carabinieri del Noe di Salerno hanno scoperto nell'inchiesta della procura di Napoli, anche se condotta quasi tutta dal pm Giancarlo Russo della procura di Nocera. Per poche decine di euro, carichi di rifiuti di aziende ortofrutticole di San Marzano Sul Sarno venivano dispersi su terreni campani e poi ricoltivati. In alcuni casi si trattava di campi abbandonati o, come capitato a Mercato San Severino, di aree dove pascolavano bovini. I rifiuti delle concerie, invece, finivano nella cava di Marrazzo a Pagani e in una del beneventano. Con le indagini sono stati scoperti pure i procacciatori di terreni dove smaltire i rifiuti che, per certi versi, ricordano quelli del film "Gomorra". A fornire alla gang i rifiuti erano molte aziende conciarie di Solofra, la ditta conserviera "Lodato Gennaro & C. spa" di Castel San Giorgio, due ortofrutticole marzanesi e la "Cartiera Carlo & Antonio Camera srl" di Minori (in totale 11 ditte sono state sequestrate). Secondo il gip, alcuni titolari delle ditte incriminate, per lo smaltimento dei rifiuti, avrebbero arrogantemente giustificato «il ricorso a soggetti inaffidabili e inidonei con la gravosità altrimenti dei costi che non si ritiene doveroso -giuridicamente, professionalmente e socialmente- sostenere». Insomma, i titolari di alcune di queste ditte avrebbero dimostrato ostinazione, protervia e mancata percezione della gravità dell'impatto sull'ambiente che la loro "prassi aziendale" di smaltimento irregolare dei rifiuti aveva. E arrivano anche i primi commenti all'operazione del Noe. «A distanza di decenni siamo ancora qui ad occuparci della scandalo della cava di via Amalfitana a Pagani, problema da molti conosciuto e sottaciuto -ha affermato Annamaria Torre dell'associazione Libera Campania-. Siamo sconcertati da questi imprenditori che accettano di smaltire i rifiuti illegalmente favorendo le organizzazioni criminali». «Quando ero sindaco -ha ricordato Antonio Donato, ex primo cittadino di Pagani- feci chiudere la strada di accesso alla cava di via Amalfitana per evitare il via vai di camion sospetti, ma il Tar ci diede torto. Abbiamo anche presentato due denunce alla procura. poi tutto si è lasciato fare». «Si trattava di un'area già sottoposta a sequestro quella della cava a Pagani -ha dichiarato il sindaco di Pagani Salvatore Bottone-. Rafforzeremo i controlli da parte della polizia municipale, in particolare ora che io sono custode giudiziale dell'area di cava».

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