Pressing sul Viminale: task force per battere i boss delle ecomafie
Caserta. Troppi crimini ambientali nel territorio casertano considerato anche una sorta di «cerniera» con il Napoletano e il Basso Lazio. Lo confermano le più recenti indagini della magistratura, lo evidenziano le dichiarazioni messe a verbale dei collaboratori di giustizia. Ecco perché, ieri al ministro dell’Interno Roberto Maroni il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo ha consegnato la bozza di un protocollo d’intesa da sottoporre al vaglio di più soggetti istituzionali per realizzare una sorta di task force di riferimento da utilizzare anche in sede processuale. L’articolazione dell’intesa è molto vasta e prevede l’adesione dei ministeri dell’Ambiente, dell’Interno, della Giustizia, poi le forze dell’ordine, la Capitaneria di porto, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, la Seconda università di Napoli, l’Iss e l’Asl. La riprova sta anche nella partecipazione, al tavolo nazionale di ieri in prefettura, di Cesare Patrone, direttore generale del Corpo forestale dello Stato, impegnato in prima linea nel contrato dei reati ambientali. «Il nostro obiettivo - evidenzia Lembo - è quello di creare una vera e propria mappa delle criticità ambientali e delle situazioni di rischio organizzando e rielaborando in maniera sistematica informazioni scientifiche, rilevamenti cartografici e utilizzando questo materiale anche come riferimento rispetto alla configurazione dei reati. Ci siamo accorti, per esempio, che manca qualsiasi indagine epidemiologica aggiornata. Ma l’équipe si avvarrà del contributo investigativo delle forze dell’ordine, del Nas, del Noe: il materiale prodotto avrà quindi valenza in sede processuale come fonte di prova». Insomma, un’ipotesi di lavoro suggestiva che va comunque sviluppata ma che ha già avuto il via libera da Maroni. Tanto più che un beneficio immediato è già verificabile: utilizzando i contributi della task force, proprio in virtù del protocollo d’intesa istituzionale, si potranno realizzare importanti economie abbattendo i costi delle consulenze. Un aspetto quest’ultimo che non è sfuggito ai tecnici del ministero della Giustizia. Fra i soggetti interessati dal protocollo anche la Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che proprio l’11 maggio prossimo ha in programma una serie di audizioni in Campania sull’impatto delle ecomafie e sul business dei rifiuti. Difficile per ora anticipare i tempi di reale attivazione del progetto anche perché - ed è questa la notizia meno confortante - gli stessi uffici giudiziari di Santa Maria Capua Vetere stanno vivendo una situazione di oggettivo disagio dal punto di vista delle dotazioni organiche. E se lunedì prossimo - come confermato dallo stesso Guardasigilli Alfano - i problemi del distretto giudiziario di Napoli saranno al centro di una riunione specifica che sarà presieduta dal ministro, resta il fatto che da ieri la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha perso altri due magistrati destinati ad altri incarichi: si tratta di Paolo Albano, nominato procuratore capo a Isernia e Antonio Ricci che è passato al ruolo di sostituto procuratore generale a Napoli. «Per effetto di questi trasferimenti - precisa Lembo - la Procura può contare su 21 pm su una pianta organica di 26»