Stop nucleare, sindaci in piazza
Sessa Aurunca. No alla centrale nucleare, no al deposito di scorie nazionali. È questo il messaggio principale nel No Chernobyl day, manifestazione svoltasi nella mattinata di ieri a Sessa Aurunca, che ha visto la partecipazione di diverse associazioni ambientaliste presenti in provincia di Caserta. Un lungo corteo, partito dalla porta dei Capuccini, è arrivato a piazza Mercato per gli interventi finali, circa quattrocento i presenti, molti gli studenti. In prima fila, il vescovo di sessa Aurunca, Antonio Napoletano, il sindaco di Sessa Aurunca, Luciano Di Meo e quelli di alcuni comuni limitrofi: Achille Cennami di Mondragone, Antonio Lepore di Cellole, Vincenzo Cenname di Camigliano, Franco Simeone di Spigno Saturnia. «Segno che la centrale del Garigliano rappresenta un problema serio per l'intero territorio, al di là degli schieramenti politici» sottolinea il primo cittadino di Sessa. I riflettori sulla centrale del Garigliano, chiusa nel 1981 a seguito di un guasto, si sono riaccesi quando il Governo ha deciso il ritorno al nucleare. I Verdi sono stati i primi a denunciare il rischio di una rimessa in funzione dell'impianto o della realizzazione di un deposito nazionale di scorie nucleari, ipotesi quest'ultima smentita dalla stessa Sogin, la società che gestisce gli impianti nucleari in Italia e che, lo scorso anno, ha bandito una gara per la messa in sicurezza delle scorie già presenti nella centrale. Il nodo principale resta la salute dei cittadini. Secondo il Comitato scientifico dei medici per l'ambiente «Nel normale funzionamento di qualsiasi centrale nucleare (anche in assenza di incidenti o fughe radioattive) vengono inevitabilmente e obbligatoriamente prodotte ed immesse nell'ambiente esterno una serie di sostanze radioattive». Posizione che contrasta con quanto affermato dal ministero della salute in una lettera inviata al sindaco di Sessa nell'agosto del 2008: «che l'impianto del Garigliano non ha mai prodotti danni sanitari o ambientali di alcun tipo». «La nostra comunità - spiega il vescovo, Antonio Napoletano - è molto attenta alla questione. I cittadini sentono la necessità di essere coinvolti, mai come in questo ambito, non vogliono lasciare alla classe politica il compito di affrontare una questione che riguarda tutte le attività produttive e le famiglie. Bisogna pensare ad alternative positive che tutelino l'uomo, perché la persona deve essere al centro del progresso. Di alternative positive parla anche il sindaco di Camigliano, Vincenzo Cenname: «Il nostro non è un No alla centrale del Garigliano, ma è un No netto al nucleare, perché è una scelta improduttiva. Bisogna promuovere politiche di risparmio energetico e, laddove ce ne fosse bisogno, implementare l'uso delle energie alternative».