Ue, la Campania nel mirino: rischio sanzioni
«Se non saranno rispettate le prescrizioni dopo il blocco dei fondi l'Italia rischia le sanzioni»: non è una sentenza, ma un avvertimento quello di Judith Merkies, il capo della delegazione che per tre giorni ha girato la Campania per trovare la risposta ai quesiti posti dalle 18 petizioni arrivate all'apposita commissione europea. Un tour che nelle aspirazioni del presidente, Erminia Mazzoni, e dei deputati italiani Andrea Cozzolino, Crescenzio Rivellini e Vincenzo Iovine doveva servire a creare le premesse per scongelare almeno l'ultima tranche dei 500 milioni di finanziamenti congelati a marzo dalla commissione rifiuti per il mancato avvio di un corretto ciclo dei rifiuti. Un obiettivo non proprio a portata di mano, almeno a giudicare dalle dichiarazioni della Merkies che ha però ricordato: «A giugno consegneremo la nostra relazione, quelle che faccio adesso sono solo le mie prime considerazioni personali». La deputata sottolinea quello che a suo parere è il punto centrale della questione «la mancanza di trasparenza e di democrazia» nella gestione dei siti. «Basti pensare – sottolinea – che al sindaco di Terzigno non era mai stato permesso di entrare nella discarica che si trova sul suo territorio». Un punto sul quale, però, spera di essere di fronte a una svolta. «Si intravede ora – ha detto – una possibilità di cambiamento». In ogni caso la commissione, è stato l'accordo unanime, tornerà il prossimo anno in Campania e intanto sarà istituita una task force a Bruxelles composta da esperti e specialisti indipendenti, che acquisirà dati e informazioni sull'impatto ambientale dei maggiori impianti in funzione (discariche, termovalorizzatore, Stir) e redigerà relazioni periodiche a disposizione di tutti i cittadini. Poi la Merkies si è soffermata sugli altri punti che, a suo parere, sono da risolvere: «In Campania – ha sottolineato manca un ciclo integrato e che non viene rispettata la gerarchia dei rifiuti perché si utilizzano soltanto discariche e termovalorizzatori senza passare per i processi che riducono i rifiuti, che favoriscono la loro selezione e il riciclaggio». E poi ha definito «Inaccettabile» la seconda discarica a Terzigno che si verrebbe a trovare in un sito protetto dall'Unesco. In mattinata la delegazione ha incontrato i presidenti delle province e delle società provinciali, e il presidente Caldoro che, ha detto ancora la Merkies, «è ben cosciente delle difficoltà ancora sul tappeto». Dai meeting è venuto un elemento di novità, il neo presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, ha infatti chiesto che anche sul suo territorio venga realizzato un termovalorizzatore. Soddisfatta, al termine della missione, il presidente della commissione petizioni che ha organizzato il tour, Erminia Mazzoni che dice: «È iniziata una nuova fase. I presidenti di Provincia e il presidente Caldoro hanno documentato competenza e determinazione. Sono tutti concordi nel ritenere preliminare ad ogni altra cosa la riduzione della quantità di rifiuti, attraverso azioni di informazione e formazione concertate con i comuni responsabili». Poi i deputati italiani hanno varato un comunicato congiunto in cui chiedono di riconsiderare l'ipotesi di una seconda discarica a Terzigno e a Valle della Masseria e rivolgono un appello alla comunità europea perché non abbandoni la Campania, né sul piano dei controlli e delle garanzie ai cittadini, né sul piano delle risorse: «Riteniamo fondamentale mobilitare al più presto le risorse programmate per la bonifica degli impianti giunti a saturazione e per sostenere i piani per la raccolta differenziata elaborati dai Comuni e la tempestiva realizzazione di impianti di compostaggio. Per questo, alla luce di quanto verificato, va evitato in ogni modo che il blocco dei fondi comprometta gravemente lo sforzo dei Comuni su questo fronte. Ogni passo indietro rischia infatti di riportare le aree più critiche della regione nel caos offrendo pericolosi margini di infiltrazione alla criminalità organizzata». I rappresentanti dei comitati che hanno inviato petizioni hanno invece chiesto «il deferimento del governo italiano alla Commissione europea in quanto del tutto inadempiente rispetto agli obblighi di una corretta gestione dei rifiuti».