Difesa Grande, ventidue a giudizio

Disastro ambientale, inquinamento delle falde e violazioni edilizie tra i reati
24 aprile 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Difesa Grande Ariano Irpino. Rinvio a giudizio per venticinque persone, tra ex amministratori dell’Asi-Dev , del Codiso di Solofra e del Bacino Smaltimento Napoli 3. I reati loro contestati vanno dal disastro ambientale alle violazioni edilizie, dall’alterazione delle bellezze naturali all’ omissione di atti di ufficio, dall’inquinamento delle falde acquifere, allo smaltimento illegale di rifiuti presso la discarica di Difesa Grande negli anni precedenti il 2004. Sul banco degli imputati ci saranno, dunque, nell'udienza collegiale fissata per il 14 luglio prossimo, Vittorio Lanzara, Emilio e Nicola De Vizia, Roberto Gennarelli, Gerardo Adiglietti, Marcello Caruso, Antonio Picardi, Salvatore Pierro, Alberto Manganiello, Elio Abate, Raffaele Giannattasio, Gennaro Pandolfelli, Antonio Aufiero, Vincenzo Petrone, Biagio Guacci, Angelo Sari, Gaetano De Maio, Michele Pelosi, Roberto Giliberti, Antonio Scarano, Vincenzo Famiglietti, Luciano Guarino, Giovanni Ferri, Armando Cattaneo e Domenico Pinto. La decisione è stata assunta, al termine di una camera di consiglio durata circa due ore, dal gup presso il Tribunale di Ariano, Gelsomina Palmieri, che ha sostanzialmente accolto la richiesta del pubblico ministero Marina Campidoglio e della parte civile rappresentata dall’avvocato Domenico Carchia. In effetti solo per un’ipotesi di reato, traffico illecito di rifiuti, il gup ha deciso per il non luogo a procedere. Respinte, pertanto, tutte le ultime eccezioni sollevate dagli avvocati Olindo Preziosi e Antonio Fonzoli. Sull’avvio del processo pende, tuttavia, una minaccia. Uno degli imputati, Elio Abate, si è rivolto alla Cassazione per la remissione del processo ad altra sede, sostenendo che ad Ariano non ci sarebbe la necessaria tranquillità per esaminare una vicenda di questo tipo, a causa dei condizionamenti esterni degli ambientalisti locali, che in passato avrebbero più volte messo in atto manifestazioni ostili nei confronti degli indagati. Ma non solo: sarebbe stata anche turbata la dialettica processuale con dimostrazioni nei confronti dell'ex procuratore Amato Barile. La Cassazione si pronuncerà il 19 maggio prossimo. Va sottolineato, tuttavia, che due analoghe richieste sono state già respinte nei mesi scorsi. Si va, dunque, al processo dopo un iter giudiziario abbastanza travagliato e lungo. L'indagine, avviata dalla Procura della Repubblica di Ariano fa riferimento ad una serie di vicende che avrebbero caratterizzato negativamente la gestione della discarica di Difesa Grande fino al 2004. Sono 36 i faldoni a disposizione di difesa e accusa che, tra perizie e controperizie dell’Asl e dell’Arpac, documentazione contabile e provvedimenti di sequestro e chiusure temporanea della discarica arianese, evidenzierebbero irregolarità di vario genere nel conferimento dei rifiuti e dei fanghi di Solofra. In questo processo, il Comune di Ariano si è costituito parte civile. L’avvocato Domenico Carchia si ritiene soddisfatto della decisione del gup. «Mi auguro - precisa - che il processo si faccia subito, soprattutto perché l’opinione pubblica ha bisogno di chiarezza per quanto accaduto a Difesa Grande. Certo, ci rendiamo anche conto del fatto che rimane incombente il rischio di prescrizione per qualche ipotesi di reato. Se non ci saranno altri cavilli e impedimenti, tuttavia, si può arrivare subito alla sentenza». Promettono battaglia, ovviamente, anche gli avvocati della difesa, secondo i quali dal processo emergerà che l’attività di conferimento dei rifiuti e dei fanghi si è svolta nel rispetto delle normative vigenti all’epoca.

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