I balneari si appellano a Caldoro
Mondragone. «Il mare è una risorsa che va valorizzata». A parlare è Marcello Giocondo, presidente provinciale del Sindacato italiano balneari che, a nome di un folto gruppo di balneari del litorale domizio, scrive al neo presidente della giunta regionale, Stefano Caldoro. «A pochi giorni dalle tristi vicende che hanno riacceso i riflettori sui Regi Lagni e sul conseguente disastro ambientale provocato in provincia di Caserta, - si legge nella lettera - finalmente si inizia a parlare di provvedere a quanto necessario per trovare una soluzione adeguata a questo annoso problema. Noi abbiamo bisogno di misure urgenti per garantire sicurezza alla stagione balneare che, oramai, è alle porte e di un impegno trecentosessantacinque giorni l'anno, a favore dei balneari e dell'intera categoria che lo scorso anno ha vissuto momenti spiacevoli». Il Sib, qualche giorno fa, ha annunciato che per quanto riguarda la vicenda dei Regi Lagni, si costituirà parte civile nel processo giudiziario avviato, con l'assistenza dell'avvocato Ciro Centore. Ma non solo. I balneari hanno già accolto le dichiarazioni del presidente Caldoro sulle tematiche legate al mare, come il fondamento di un nuovo rapporto tra imprenditori balneari e l'amministrazione regionale, il tutto senza prevaricare o prevalere sulle altre realtà ben più note e famose della nostra regione. «Credo - spiega meglio Giocondo - che siano maturi i tempi per dedicarsi al rilancio di questo tratto di costa in provincia di Caserta, sofferente e sfiancato da troppi eventi negativi che lo hanno segnato brutalmente, specialmente in questi ultimi anni». L'estate 2009, infatti, è stata caratterizzata da un calo medio del 90% sul litorale casertano. «La scorsa estate cinquemila posti di lavoro nel settore e nell'indotto - rincara il presidente del Sib - sono stati messi a rischio. Anche quest'anno, la situazione non si presenta delle migliori». Giocondo fa infine una serie di richieste al presidente Caldoro, al fine di adottare tutte le misure di sua competenza rivolte a contrastare le situazione dei balneari prima che possa dispiegare i suoi effetti più drammatici. «Chiediamo ancora - si legge infine nella nota - le defiscalizzazione degli oneri sociali per il settore, la sospensione per cinque anni del versamento dei canoni demaniali con riconoscimento del pagamento del solo canone ricognitorio, la sospensione dell'efficacia degli studi di settore e l'istituzione di un credito d'imposta finalizzato agli investimenti per l'ammodernamento delle strutture degli stabilimenti balneari».