Ue, piano rifiuti a rischio: in bilico 500 milioni
Chiaiano, stop ai giornalisti e ai rappresentanti dei comitati: comincia con una violenta polemica tra i deputati europei e la protezione civile la visita della commissione petizioni presieduta dalla italiana Erminia Mazzoni arrivata ieri a Napoli per verificare il ciclo dei rifiuti campani e le sue conseguenze sulla salute dei suoi abitanti. Una visita dalla quale i parlamentari italiani sperano di ricavare un impulso allo sblocco dei 500 milioni di euro congelati dalla commissioneUe perle infrazioni ambientali.
Ma l'inizio non è stato dei migliori anche se dal briefing in prefettura era emersa una novità incoraggiante: a giugno sarà concluso il revamping dello stir di Giugliano e in discarica arriveranno solo rifiuti trattati, come appunto chiede l'Europa. E l'assessore Giacomeli aveva sottolineato i passi in avanti compiuti dalla città sul tema della differenziata.
Lo scontro si è consumato, invece, intorno alla possibilità di far entrare i rappresentanti dei media e quelli dei comitati nella discarica. I deputati chiedevano di farli accedere, la protezione civile ha opposto il suo no. Nel frattempo si è scatenato un temporale e la commissione ha chiesto di poter incontrare almeno i sindaci sotto a una pensilina, ma questa si trovava al di là della linea trattativa è arrivato il sì e si è svolto l'incontro. Poi la capo delegazione Judith Merkeis (che aveva già defmito preoccupante la situazione della Campania) ha avvicinato i reporter e ha spiegato: «Avevamo chiesto la presenza dei giornalisti. Invece, faremo questa visita al sito di Chiaiano senza trasparenza e senza democrazia».
In risposta un lunghissimo comunicato della protezione civile nel quale si spiegava: «Non si è trattato di mancanza di trasparenza, ma di rispetto delle procedure». Infatti per entrare nei cosiddetti «siti di interessa nazionale» occorrono autorizzazioni preventive. E quèsto anche se tutti i parlamentari che fanno parte della delegazione (Erminia Mazzoni, Crescenzio Rivellini, Andrea Cozzolino, Vincenzo lovine, Margarete Auken, Peter Jahr, e Judith A Merkies) hanno chiesto la presenza dei media. Una situazione che ha provocato la protesta del laboratorio Insurgencia e del consigliere provinciale Tommaso Sodano.
Il ritardo fortissimo accumulato a Chiaiano ha costretto i deputati a visitare solo rapidissimamente i siti di Taverna del re e di Ferrandella mentre è stato approfondito il sopralluogo ad Acerra. Una fretta sligmatizzata dal direttore Legambiente Gianfranco del Giudice che sottolinea anche la necessità di aprire gli impianti a cittadini e osservatori.
Al termine un primo, provvisorio bilancio. «Il disastro prodotto negli anni sarà difficile da superare ma i dati acquisiti oggi ci consentono di dare alla commissione Europea risposte concrete sulla reale prospettiva di ritorno alla normalità», ha sottolineato il presidente Mazzoni.
E Andrea Cozzolino ha ricordato: «esistono ancora due grandi problemi: quello della sostenibilità finanziaria (occorrono risorse per completare il ciclo) e l'apertura di una seconda cava all'interno del parco del Vesuvio. Se, come ci auguriamo questa non sarà inauguràta, bisognerà completare al più presto gli impianti. E perciò necessario liberare i 200 milioni di euro ancora bloccati dall'Europa che servono per gli impianti di compostaggio e la differenziata».
Resta sul tappeto anche il problema delle compensazioni ambientali mai corrisposte al Comune di Acerra nonostante gli accordi raggiunti e i profitti incassati grazie al termovalorizzatore che ammonterebbero a 70 milioni di euro all'anno.
«I problemi ancora aperti - ha sostenuto Crescenzio Rivellini - sono la realizzazione di altri due termovalorizzatoti, quelli di Napoli e Salerno, e lo smaltimento delle balle».