Nuove tariffe, scatta l'aumento della Tarsu

La Provincia vara le tabelle: a Napoli la tassa rincara dell'8 per cento. Premiate le città virtuose.
20 aprile 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Le tariffe A Napoli costerà 99,64 euro a tonnellata lo smaltimento dei rifiuti nell’anno 2010. Finora se ne spendevano 88. L’incremento medio per ogni abitante sarà dell’8% e andrà a incidere su una Tarsu che continua a lievitare: per un appartamento di cento metri quadri si spenderanno 50 euro in più all’anno. Le nuove tariffe saranno presentate oggi alla stampa e sono state stabilite dal presidente della Provincia, Luigi Cesaro, sulla base dei calcoli preparati dalla società provinciale, la Sapna. Nonostante gli ultimi aumenti, i costi dello smaltimento non sono certo tra i più cari in Italia. In Campania, però, la Tarsu è alta e continua ad aumentare. Perché? I motivi sono soprattutto due: l’elevato numero degli addetti (e per il momento non sono stati ancora messi in bilancio gli stipendi dei dipendenti dei consorzi di bacino) e i tanti che preferiscono non pagare: la media dell’evasione in regione è del 30%, nel resto d’Italia non si arriva al dieci. A conti fatti, dunque, grazie agli aumenti decisi dalla Provincia, nel 2010 una famiglia che abita in un appartamento di cento metri quadri pagherà circa 50 euro in più di Tarsu. Vediamo perché. Ferme restando le spese per lo spazzamento (26 milioni) nel 2009 (ma la riscossione avverrà nel 2010) il Comune di Napoli ha speso 144 euro per la raccolta e 30 milioni di euro per lo smaltimento. Una cifra a cui la struttura di Bertolaso era arrivata considerando i costi dei conferimenti ai singoli impianti. Per la lavorazione negli stir si pagano 34,8 euro a tonnellata, per il termovalorizzatore di Acerra 51,20 euro (un costo quasi dimezzato rispetto agli impianti dello stesso tipo grazie al Cip6), per la discarica di Chiaiano 81,05 euro, per Terzigno 77,38 euro. Nell’anno in corso, però, il Comune pagherà 14 milioni in più per portare la spazzatura in discarica o negli stir e poi ad Acerra. Spenderà, quindi, un 8% in più che farà lievitare la tassa sui rifiuti. Una tassa che, come è specificato nel decreto, potrebbe ulteriormente crescere se a consuntivo gli impianti costeranno più del previsto. La Provincia ha accolto l’obiezione di molti comuni cosiddetti «virtuosi» e ha stabilito che risparmieranno i cittadini le cui amministrazioni si sono impegnati nell’adeguamento e nell’ampliamento dell’impiantistica, nell’incremento della raccolta differenziata e nella realizzazione degli strumenti di programmazione previsti dalla legge. La cifra finale è frutto di una formula matematica che tiene conto di tutte queste varianti. Risultato: il Comune dove si spenderà di meno è quello di Anacapri (61,52) quello dove si pagherà di più è Marano (102,31). Il paradosso è che proprio con quest’ultimo Comune confina la discarica di Chiaiano: oltre al danno la beffa. Stesso destino per molti altri territori che ospitano, o hanno ospitato, discariche e stir. Qualche esempio: Caivano (101,16), Giugliano (101,21), Terzigno (98,14). Ma non bisogna dimenticare che il metodo scelto dalla Provincia ha comunque portato a cifre complessivamente più basse del previsto. Il prefetto Corrado Catenacci, amministratore unico della Sapna, si è affidato anche alla consulenza della Ernst & Young, e ha scelto di mantenere bassi i costi, lasciandosi, però, la via d’uscita dei ritocchi a consuntivo. Ora i Comuni dovranno risolvere un altro problema: molti, a partire da quello di Napoli, hanno iscritto a bilancio i vecchi costi. Ora bisognerà decidere se e come procedere alle modifiche.

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