Liquami, slitta il piano Faraglioni
un anno fa l'ordinanza per impedire sversamenti
Slitta di un mese a Capri la riapertura del depuratore di Occhio Marino, il megaimpianto completamente rinnovato che lo scorso anno fu oggetto di revoca dell’autorizzazione ad immettere in condotte sottomarine i liquami trattati. L’ordine a inibire lo scarico in mare delle acque reflue provenienti dal depuratore , che sovrasta la baia dei Faraglioni, venne inviato alla Gori dall’Area Ambiente della Provincia di Napoli. L’intervento del settore ambiente dell’Ente di Via Matteotti arrivò dopo che furono resi ufficiali i risultati dei prelievi effettuati a più riprese dall’Arpac, dove si evidenziava lo sforamento dei parametri sui colibatteri e coli fecali imposti dalla legge, e pertanto gli uffici revocarono l’autorizzazione concessa a immettere in rete i liquami provenienti dal depuratore. La determina della Provincia, che venne inviata nel settembre del 2009 fece scaturire una serie di controdeduzioni che videro l’Arpac, la Gori Spa, che gestisce l’impianto, il Comune, la Regione e i rappresentanti dell’Asl Napoli 1 e l’Ente Ambito Sarnese a partecipare ad un vertice in Prefettura dove, alla presenza del vice prefetto, vennero stabiliti interventi e tempi tecnici per avviare i lavori all’interno della struttura di Occhio Marino. Se non sarà risolto a breve il problema del buon funzionamento dei depuratori Capri rischia un’altra stagione nera come quella del 2009 che l’ha vista balzare alle cronache internazionali per l’inquinamento nella Grotta Azzurra e lo sforamento dei limiti su colifecali nelle acque antistanti ai Faraglioni.