Spiagge off-limits, la situazione peggiora
Poche settimane per intervenire. Difficilissimo, in alcuni casi. In mezzo le analisi impietose dell’Arpac e una nuovissima mappografia che lascia ben poche speranze: aumentano, nel napoletano, le spiagge non balneabili mentre migliora la situazione sul litorale casertano. Un quadro, comunque, che non tiene conto dei 4 depuratori sequestrati venerdì tra il litorale casertano e napoletano. Ora tocca ai singoli comuni provvedere a far effettuare due analisi (anche non consecutive) per sconfessare la foto appena scattata e pubblicata sul Burc regionale. «Quest’anno il quadro è drammatico, peggiore anche dell’anno scorso. Occorre intervenire immediatamente se si vogliono riaprire alla balneazione altri tratti di spiaggia», attacca il presidente regionale di Legambiente Michele Buonomo che ha già annunciato come l’associazione si costituirà parte civile nel processo che scaturirà dall’inchiesta acque chiare. Poi la nuova carta delle spiagge non idonee. Per la costa casertana, paradossalmente, diminuisce la percentuale di costa non balneabile, passando dal 65.8 per cento del 2009 al 61 di quest’anno. Peggiora, invece, la situazione del litorale partenopeo perché si passa dal 17,2 di spiagge off limits del 2009, al 18 di oggi. E così anche Salerno. Benvenuti nella stagione balneare 2010, insomma, che agguanta il solito primato italiano: il 17,6 delle coste campane non è balneabile. Peggio anche di dieci anni fa, quando la percentuale era del 15.9. E se nel 2001 si registravano 74 chilometri di costa campana non balneabile, nel 2010 sono diventati 82. In mezzo nove anni persi in cui non è stato raggiunto alcun risultato. E che, anzi, ha costretto i pm ad intervenire perché si è scoperto che i depuratori non svolgevano affatto i loro compiti. Tra sprechi, omissioni di chi doveva controllare e l’inciviltà di chi ha trasformato i regi lagni, capolavoro seicentesco per convogliare i reflui piovani e irrigare i campi, in una cloaca a cielo aperto. Appena a dicembre il maxi finanziamento di 50 milioni di euro da parte della Regione per la sua bonifica. Siamo ancora nella fase iniziale. Alla collettività rimane invece la lista delle spiagge negate che quest’anno s’allunga ancora di più. S’inizia da Bacoli dove le analisi hanno dato, per ora, parere negativo per la spiaggia romana e il lido P.S. e a Napoli per piazza Nazario Sauro. A Torrre del Greco tra le maglie nere entra la spiaggia la Scala e a Castellammare di Stabia il tratto tra gli stabilimenti La Limpida e Lo Scoglio e tra gli stabilimenti Conte e Moderno. A Vico Equense i prelievi non sono stati soddisfacenti all’altezza dei Bagni Scraio e a Sorrento a Marina Grande e tra Apreda e Aprea. Ma non si salva nemmeno Massa Lubrense e punta Sant’Elia a Sant’Agnello. E così da San Giovanni a Teduccio sino a Castellammare la cartina segna tutta la costa con una impietosa linea rossa. Non se ne meraviglia certo il numero uno di Legambiente. «Se a determinate situazioni non si pone rimedio, le cose possono solo peggiorare. Attualmente - spiega Buonomo - quasi 40 chilometri di coste napoletane sono off limits. Qualcosa si potrà recuperare strada facendo ma il quadro generale è impietoso, specialmente se raffrontato a 9 anni fa quando, paradossalmente, la situazione era migliore». Il dito è chiaramente puntato sull’inchiesta dei pm dove verrebbe accertata, di fatto, l'inutilità dei depuratori sequestrati. «Lo scenario - conclude Buonomo - è desolante: in questa regione non c’è la bonifica, non c’è la depurazione, non c’è lo smaltimento delle acque reflue. E scaricare direttamente sui nei fiumi e a mare è diventata, purtroppo, l'ordinarietà».