Vendola: usciamo insieme dall'emergenza frana

Il governatore pugliese a Montaguto: sinergia con la Campania per rilanciare un'area martoriata
19 aprile 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Montaguto. Puglia e Campania devono agire di comune accordo, perché dopo il superamento della fase dell'emergenza frana, si possano mettere in piedi iniziative per rilanciare l'economia della Valle del Cervaro, una zona cuscinetto tra due regioni, che merita ben altra attenzione da parte delle istituzioni. Lo ha sostenuto il Governatore della Puglia, Nichi Vendola, che accompagnato dall'assessore regionale alle Opere pubbliche, Fabiano Amato, dal sindaco di Foggia, Gianni Mongello, e da molti altri amministratori pugliesi, ha voluto rendersi conto di persona degli interventi che la Protezione Civile sta avviando, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo, nell'area di Montaguto. Una sopralluogo ai piedi della frana, al campo allestito dal genio militare e al comune di Montaguto, dove ha discusso con i sindaci del comprensorio anche delle iniziative che la Regione Puglia sta portando avanti nel sub Appennino dauno. Il ripristino, però, dei collegamenti ferroviari è la premessa a qualsiasi iniziativa futura. «Penso che sia importante - spiega Vendola - che siano stati assegnati dei tempi certi e che si sia avviato un percorso per intervenire su quella che è una emergenza assolutamente drammatica. Credo che oggi sia il tempo di una riflessione di fondo. L'Italia delle frane è anche un'Italia dei paradossi. Qui percepiamo come un pericolo e una minaccia la presenza di una ricchezza preziosa come l'acqua. È davvero la cosa più paradossale per noi pugliesi perché da sempre guardiamo all'acqua con tanta ansia e tanta preoccupazione. Immaginare che qui si tratta di sottrarre acqua, che diventa bomba idrologica potenziale, è un paradosso. L'Italia delle frane merita un'attività non soltanto di conoscenza, ma forse di essere assunta come la più grande opera pubblica di cui si avverte un'urgenza». Insomma intervenire quando c'è il danno significa investire molte più risorse di quelle che bisogna mettere in campo per prevenire e curare un territorio ammalato. «Questa è una parte dell'Italia - continua Vendola - che grida vendetta per tutto ciò che è accaduto nel corso di una lunga storia di sciatteria nei confronti dell'ambiente. La natura non si cura dei confini amministrativi e neanche di quelli politici. Quest'area va valorizzata. Il problema è congiunto, ragionare in un'ottica strettamente regionalistica per una frana, un blocco al sistema della mobilità, è sbagliato. Piuttosto che guardare burocraticamente le cose, bisogna lavorare insieme. Mi farò portatore di questa esigenza con il mio collega campano. Oggi, ce lo insegna il vulcano che sta facendo danni in tutta Europa, bisogna fare i conti con l'ambiente. Giochiamo con la distruzione della biosfera». Ci sono però responsabilità a ritardi che vanno denunciati. «In questi anni - conclude il governatore della Puglia (che ha incontrato anche Andrea Forgione del Pd, confermandogli la sua partecipazione ad un prossimo incontro a Paternopoli- ndr) - non siamo stati a guardare. Come regione Puglia abbiamo fatto ripetutamente segnalazioni di questa frana. I nostri compiti sono stati svolti diligentemente. Qualcuno in Campania probabilmente ha sbagliato, se siamo in queste condizioni. Adesso però facciamo un passo alla volta in avanti. Penso che abbiamo un problema specifico, non solo di rimettere in funzione la ferrovia, ma anche di capire che ci sono popolazioni che vivono in una condizione talmente periferica che assomiglia ad una ghettizzazione. Viene impedita la mobilità. Puglia e Campania devono sapere che c'è un territorio cuscinetto tra queste due regioni che rischia di essere in apnea, dimenticata, ed invece ha tutti i diritti di partecipare ad un vero processo di crescita. Sulle tante ingiustizie che il Mezzogiorno registra si può parlare a lungo, adesso però diamo dimostrazione di uno stile diverso, mettendo in agenda l'impegno per risolvere definitivamente questo problema. Non ci possono essere divisioni tra enti, istituzioni e popolazioni residenti».

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