Polemica tra le Procure sul mancato sequestro dell’impianto di Acerra-Caivano

Depuratori fuorilegge, ora tocca a Napoli

Il procuratore Lepore "Indagine già in corso, presto parleranno i fatti"
19 aprile 2010 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

Riguardano anche il depuratore di Acerra-Caivano i sopralluoghi effettuati dall’Enea nello scorso autunno. Sono indagini chimiche e batteriologiche sullo stato delle acque e sulle condizioni degli scarichi, ma anche i risultati dei sopralluoghi effettuati dall’Arpac in situ, sia nell’impianto, sia nell’area industriale di Pascarola, la più vasta del comprensorio e i cui stabilimenti industriali sversano i reflui e gli scarti di lavorazione nel canale dei Regi Lagni. La perizia, la stessa che ha indotto il gip di Nola Francesco Gesuè Rizzi Ulmo a sequestrare il depuratore di Marigliano, è da cinque mesi a disposizione della Procura di Napoli, a cui è stata trasmessa per competenza territoriale dai colleghi di Nola e Santa Maria Capua Vetere. Ma lo stesso ufficio si starebbe occupando anche dello stato degli altri due depuratori della provincia di Napoli - Cuma e Napoli Est - che però non sono collegati con i Regi Lagni. Indagine che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe alle battute finali e che potrebbe inglobare anche la materia già trattata dagli altri due uffici del distretto. Il capo della Procura di Napoli, Giovandomenico Lepore, preferisce non commentare la sorta di ultimatum lanciato dai colleghi di Santa Maria e Nola, che sollecitano il rapido sequestro del depuratore di Acerra-Caivano. Si limita a un laconico «come sempre, faremo parlare i fatti». Ma dagli uffici del centro direzionale, sia pur sottovoce, si rilancia: la competenza dell’inchiesta è del giudice collegiale, cioè napoletana, così come era stato previsto dal decreto sull’emergenza rifiuti in vigore fino al 31 dicembre del 2009. Gli atti d’indagine, comprese le perizie, sono in massima parte compresi in quella scadenza, anche se i reati rilevati sono contestati con condotta ancora attuale. E su questo presupposto c’è chi azzarda un probabile annullamento dei sequestri e delle misure cautelari personali da parte dei giudici del Riesame. Dagli uffici che hanno, invece, operato si ribadisce la competenza per materia, la tempestività della comunicazione a Napoli e della trasmissione delle informative. «Avevamo chiesto un incontro di coordinamento; avevamo anche proposto di intervenire noi, con decreto d’urgenza, anche nei confronti del depuratore di Caivano. In un primo momento ci era stato dato il consenso, poi i colleghi hanno preferito, correttamente, farsi trasmettere gli atti e le perizie. Sono passati quattro mesi da quella data e non era possibile aspettare oltre». Ricordano, inoltre, che la bonifica dell’impianto di Caivano - con quello di Villa Literno e Orta di Atella in pessime condizioni - è indispensabile e urgentissima. Senza, non avrebbe alcun senso depurare le acque trattate alla foce dei Regi Lagni, molto più a valle. Una polemica destinata a trascinarsi ancora per molti giorni, mentre i custodi iniziano a prendere in consegna le aziende zootecniche - venticinque - sequestrate dal gip di Santa Maria Capua Vetere, Maurizio Santise, in quanto scaricavano le deiezioni degli animali, prevalentemente bufale, direttamente nei canali senza alcuna forma di depurazione e di trattamento. Da oggi anche i quattro depuratori passano alla gestione dei custodi: tecnici dell’Enea a Marigliano, ingegneri e doceti universitari negli altri tre impianti. Questi professionisti, però, potranno avvalersi della consulenza dello stesso Enea, indicato dalla Proura di Santa Maria Capua Vetere. Con l’obiettivo comune di procedere alla bonifica.

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