Frana di Montaguto, genio militare già al lavoro

Il primo obiettov è indivduare le aree per lo stoccaggio del terreno argilloso da rimuovere
18 aprile 2010 - ma.gr.
Fonte: Il mattino Avellino

Montaguto. È già al lavoro il Genio militare a Montaguto. Il primo compito è quello di individuare, assieme ai tecnici della struttura della Protezione civile nazionale, le aree dove stoccare il terreno argilloso. Probabilmente si procederà agli espropri in tempi rapidissimi nell’area che va dal chilometro 40 al chilometro 45 della statale delle Puglie. Si tratta di sistemare subito 100mila metri cubi di terreno e successivamente altri 600mila in un raggio non troppo lontano. Per il momento è escluso che si possa utilizzare una discarica nelle immediate vicinanze o altrove. Difesa Grande e la discarica di Pustarza restano fuori da questa operazione. Si stanno montando, inoltre, i fari per illuminare l’area frana di notte, in modo da consentire alle imprese, alcune private, altre ingaggiate direttamente dalle Ferrovie, come ha ribadito lo stesso sottosegretario Bertolaso, di poter effettuare tre turni di lavoro giornalieri. Non si può più perdere tempo se entro un mese devono essere liberate la massicciata e la bretella e se entro la fine di maggio dovranno essere ripristinati sia i collegamenti ferroviari che quelli sulla statale delle Puglie. Certo, una priorità è stata chiaramente indicata: la ferrovia. Subito dopo viene la bretella e solo quando ci sarà il progetto definitivo per la messa in sicurezza dell’intera area anche il vecchio tracciato della statale delle Puglie. L’Anas ha già redatto un nuovo progetto, che però al momento sarebbe privo di finanziamenti certi. Insomma, a partire da domani si cambia registro. Si punta soprattutto a superare l’emergenza, la cui durata, in realtà, non è stata ancora indicata nel provvedimento varato dal Governo. Si lavora, dunque, con più mezzi ai piedi della frana e naturalmente a monte, dove il lago formatosi a quota 800 metri rappresenta sempre una minaccia incombente. Ieri mattina i tecnici della Protezione civile hanno sistemato i motori per pompare le acque per ripristinare un canale sommerso recentemente sotto il fango. Se tutto va bene si punta a far scendere il livello delle acque di almeno tre metri in una settimana. Certo, il problema di fondo rimane la captazione di tutte le acque. Secondo una indagine effettuata dall'Autorità di Bacino della Puglia, sul versante interessato alla frana ci sono almeno dieci sorgenti. Individuarle e metterle tutte sotto controllo non è operazione di poco conto. È proprio questa acqua che spinge a valle la frana. Solo quando sarà eliminata, si potrà capire anche la futura evoluzione dell’intero fenomeno franoso. Saranno, pertanto, gli ingegneri idraulici della protezione civile a individuare la soluzione definitiva. Qualche indicazione potrebbero comunicarla già domani o dopodomani a Bertolaso, che è intenzionato ad effettuare un nuovo sopralluogo a Montaguto. Sarà, invece, oggi ai piedi della frana il governatore della Puglia, Nichi Vendola, assieme all’assessore regionale alle Opere pubbliche, Amati. La Regione Puglia, anche dopo l’imponente manifestazione degli amministratori regionali, provinciali e comunali di venerdì scorso, è intenzionata ad insistere non solo nella richiesta di immediato ripristino della ferrovia e della strada statale, ma anche di una politica nuova a favore del Sud. Il territorio rimane troppo penalizzato dall’assenza di interventi strutturali adeguati alle necessità di un’economia in continua evoluzione. Questa tesi è stata, infatti, ripetutamente ribadita dal presidente dell’amministrazione provinciale di Brindisi, Massimo Ferrarese, promotore della manifestazione di protesta di venerdì scorso. Il governatore Vendola, che incontrerà il sindaco di Montaguto, Giuseppe Andreano, intenderebbe farsi latore di una proposta che mira a rilanciare, subito dopo il superamento della fase dell’emergenza, un patto tra territori per il turismo e la realizzazione dell’Alta Capacità. In modo da promuovere opportunità di sviluppo non solo per Campania e Puglia, ma anche per la vicina Basilicata. Il sistema dei trasporti, ovviamente, dovrebbe essere all’altezza dei tempi. In questo contesto si inserisce l’ammodernamento della statale 90, da Savignano al bivio di Bovino. Al di là del programmi di medio respiro, ciò che interessa alle comunità dell’area è la riapertura dei collegamenti ferroviari e stradali lungo l’asse Irpinia-Puglia. Occorrerà vedere se con l’intervento del sottosegretario Bertolaso i tempi, come auspicato, saranno concretamente ridotti.

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