"In questa fase serve massima trasparenza"

Gli ambientalisti: i lavori per la frana potrebbero far gola anche alla camorra
18 aprile 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Montaguto. Imprese che devono assicurare ben tre turni di lavoro al giorno. Terreni che si rende necessario individuare per stoccare l’imponente massa di argilla che continua a scendere a valle. Vanno rimossi subito 100 mila metri cubi di terreno e poi altri 600 mila. In un mese – questo è l’obiettivo fissato dal sottosegretario Bertolaso – bisogna liberare i binari e la bretella, in modo che entro la fine di maggio si possa riprendere a circolare tranquillamente per ferrovia e su strada tra la Campania e la Puglia. Un movimento di terra imponente, che presuppone la presenza nei cantieri di più imprese. Un affare in vista, che può fare gola a molti, ad operatori del territorio, ma anche di altre zone. E perché no, alla stessa camorra. Qualche grido di allarme è stato già lanciato in passato. C’è anche chi parla di necessità di garantire proprio adesso più trasparenza. In passato sembra che sia stato seguito abbastanza frequentemente il ricorso agli affidamenti diretti. Con i risultati che tutti contestano. Come assicurarsi, dunque, adesso le prestazioni delle imprese senza temere alcunchè? Con i poteri speciali affidati alla struttura che fa capo al capo del Dipartimento della Protezione Civile si può anche derogare da alcune procedure. «L’importante è che gli organi di controllo tengano bene gli occhi aperti». Questa tesi è ribadita in generale dagli amministratori locali. Anche perché sulla passata gestione della frana di Montaguto non mancano le perplessità. Il consigliere comunale arianese, ed esponente degli ambientalisti locali, Giovanni La Vita, ha una sua idea ben precisa su quanto sta accadendo a Montaguto. «Non siamo noi – sostiene – a denunciare che ci sia stato in passato uno spreco di risorse. Cosa è stato fatto? Solo movimento di terra. Da una parte all’altra, senza mettere mai in sicurezza la frana. C’è stata, in pratica, una grave omissione, senza che si sia una spiegazione. Lo stesso Bertolaso sapeva benissimo nel 2006 quale era la situazione, ma chi avrebbe dovuto intervenire per evitare che si facesse solo movimento terra? E non si corre adesso lo stesso rischio? Ecco perché siamo convinti della necessità di non ripetere l’esperienza negativa del passato. Sia per evitare l’infiltrazione della camorra in questa area e sia per risolvere concretamente il problema della messa in sicurezza della frana. Alla gente, specie dopo la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo e l’impegno assunto solennemente da Bertolaso, sta a cuore soprattutto la risoluzione del problema». D’altra parte anche gli amministratori regionali, provinciali e comunali della Puglia che venerdì scorso hanno protestato ai piedi della frana, hanno più volte messo in evidenza queste cose. Innanzitutto che non si possono sprecare risorse pubbliche e in secondo luogo che la guida del territorio e quindi l’utilizzo delle risorse deve spettare alle istituzioni preposte. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, e il presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, hanno invocato una nuova politica per il Sud. Ma che abbia come protagoniste le due regioni e gli enti locali. Passare all’ ordinario, ma con la trasparenza nelle procedure e negli investimenti. Non va dimenticato, infatti, che questo territorio è interessato anche all’Alta capacità. Oggi si utilizzano ingenti risorse per la frana di Montaguto, domani risorse ancora più ingenti per rendere più celeri i collegamenti su rotaia tra Roma e Bari. «La frana di Montaguto – è la tesi di Antonio Membrino – rappresenta già una lezione per tutti». Una lezione da tenere bene in mente. Le gente fiera dell’Irpinia merita di continuare a vivere senza la presenza di personaggi stranei alla sua tradizione.

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